Mentre l’Alto commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani denuncia il trattamento riservato da molti governi alle imbarcazioni di profughi, trattati spesso come «rifiuti pericolosi», il commissario europeo per Sicurezza, Libertà e Giustizia, Jacques Barrot, dichiara all’Europarlamento che si sta studiando la situazione italiana.
Gli immigrati sono troppo spesso «abbandonati e respinti senza verificare in modo adeguato se stanno fuggendo da persecuzioni, in violazione del diritto internazionale» ha dichiarato l’Alto commissario dell’ONU Navi Pillay, portando ad esempio il caso del gommone rimasto senza soccorsi lo scorso agosto nelle acque tra Libia, Malta e Italia, ma anche le varie tragedie dell’immigrazione che si verificano costantemente nel Mediterraneo, nel Golfo di Aden, nei Caraibi e nell’Oceano indiano.
«Partendo dal presupposto che le imbarcazioni in difficoltà trasportano migranti, le navi le oltrepassano ignorando le suppliche d’aiuto, in violazione del diritto internazionale» ha osservato l’Alto commissario, sottolineando come «in molti casi le autorità respingono questi migranti e li lasciano affrontare stenti e pericoli, se non la morte, come se stessero respingendo barche cariche di rifiuti pericolosi». Critiche sono state rivolte anche alla «pratica della detenzione dei migranti irregolari, della loro criminalizzazione e dei maltrattamenti nel contesto dei controlli delle frontiere» che, secondo Pillay, «devono cessare». Con particolare riferimento all’Italia, l’Alto commissario ONU ha poi fatto riferimento a «un’abbondante documentazione di discriminazione e trattamenti degradanti nei confronti della popolazione rom».
A livello europeo, invece, Jacques Barrot e il ministro della Giustizia svedese Tobias Billstrom, in rappresentanza della presidenza UE, hanno evidenziato la necessità di rafforzare Frontex, l’Agenzia europea per il controllo delle frontiere esterne dell’UE, annunciando prossime proposte per ampliare le attività dell’Agenzia alla cooperazione con i Paesi terzi e ai rimpatri dei clandestini. Barrot ha anche evidenziato che il principio del non respingimento non è applicato da tutti i Paesi uniformemente ed è quindi necessario approfondire la questione. Il commissario europeo ha inoltre sottolineato la necessità di rispettare il «principio di non respingimento fissato dalla legislazione comunitaria nei confronti di chi vuole varcare le frontiere esterne dell’UE», principio secondo cui i rinvii non devono avvenire verso Paesi dove le persone rischiano di essere soggette a trattamenti degradanti o inumani, mentre «deve essere rispettato il dovere di protezione verso chi intende chiedere asilo».
Infine Barrot ha aggiunto che la Commissione Europea «sta studiando in modo accurato» la risposta ricevuta dall’Italia alla richiesta di chiarimenti inviata a luglio a proposito dei respingimenti di immigrati verso la Libia.