Protezione sociale e crisi economica

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«La Strategia per la crescita e l’occupazione deve prestare maggiore attenzione alla coesione sociale», lo sostiene la Commissione Europea presentando un Rapporto redatto dal Comitato per la Protezione sociale.
Secondo il Rapporto, i sistemi di protezione sociale hanno avuto un ruolo importante nell’arginare gli effetti della crisi finanziaria ma da soli non sono sufficienti a prevenire la povertà  .
Il Comitato per la protezione sociale invita, dunque, le istituzioni nazionali e comunitarie ad un maggiore impegno nel contrasto della povertà   infantile e nella promozione dell’inclusione attiva, integrando la modernizzazione dei sistemi di protezione sociale nel rilancio della strategia per la crescita e l’occupazione.
«Avere un lavoro – ha dichiarato il commissario europeo all’Occupazione e agli Affari sociali, Vladimà ­r àƒâ€¦à‚ pidla – rimane il miglior fattore di protezione contro l’esclusione ma non si dimostra sufficiente e sottrarsi alla povertà  ». La povertà   e l’esclusione restano problemi di primo piano, sia pure con significative differenze tra i diversi Stati membri: è a rischio di povertà   l’8% dei lavoratori dell’UE ma il valore arriva al 10% in Paesi come Italia, Repubblica Ceca e Paesi Bassi e addirittura al 20% n Bulgaria, Lettonia e Romania.
Il mercato del lavoro resta poco accessibile per alcune categorie particolarmente vulnerabili (lavoratori poco qualificati, migranti, famiglie monoparentali), che spesso hanno anche difficoltà   di accesso ai servizi di sostegno, ai sussidi e alla protezione sociale; anche la qualità   del lavoro rappresenta spesso un problema: lavori precari, intermittenti o a tempo parziale hanno come conseguenza livelli salariali orari più bassi e non si configurano come prima tappa verso l’acquisizione di una condizione professionale migliore.
Per fronteggiare questa complessa situazione, conclude il Rapporto, è necessario sostenere i gruppi più vulnerabili e limitare le perdite di capitale umano, ad esempio contrastando la frammentazione del mercato del lavoro. Va proseguita, inoltre, la strada delle riforme e della modernizzazione dei sistemi di protezione sociale, garantendo a tutti l’accesso a servizi di qualità   e l’efficienza della spesa pubblica.
L’ultimo dato sul quale il Rapporto si sofferma è l’estrema variabilità   delle strategie adottate dagli Stati membri per fronteggiare le conseguenze sociali della crisi: in alcuni Stati la copertura fornita dai sistemi di protezione sociale registra preoccupanti indebolimenti, in altre situazioni vi sono invece squilibri di finanza pubblica che lasciano poco margine a manovre correttive degli effetti della crisi, infine vi sono Paesi meglio preparati nell’immediato per i cui sistemi di protezione sociale sussistono perಠdubbi di sostenibilità   di lungo periodo.
Per tutti i Paesi l’obiettivo deve essere la promozione della partecipazione al mercato del lavoro, a cui deve accompagnarsi il miglioramento dell’equità  , dell’efficienza e dell’efficacia della spesa sociale. Essa puಠdiventare uno strumento automatico di stabilizzazione dell’economia se cresce in tempi di crisi e decresce in fase di miglioramento dell’economia.

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