Nominate le nuove cariche istituzionali dell’UE

2010

Nel corso di un Vertice informale dei capi di Stato e di governo dell’UE sono state nominate le due nuove cariche istituzionali previste dal Trattato di Lisbona: presidente permanente del Consiglio Europeo sarà   il premier uscente del Belgio, Herman Van Rompuy; l’Alto Rappresentante per gli Affari esteri e la Politica di sicurezza sarà   l’attuale commissaria europea al Commercio, la britannica Catherine Ashton.
Il nuovo Trattato di riforma dell’UE, che entrerà   in vigore il 1° dicembre prossimo, istituisce infatti due nuovi incarichi istituzionali. Il presidente permanente del Consiglio Europeo avrà   un mandato di due anni e mezzo e dovrebbe assicurare maggiore continuità   e stabilità   all’attività   del Consiglio Europeo. L’Alto Rappresentante per gli Affari esteri e la Politica di sicurezza, che sarà   anche vicepresidente della Commissione Europea, dovrebbe invece conferire all’azione esterna dell’UE maggiore coerenza e visibilità  . L’Alto Rappresentante sarà   inoltre assistito da un Servizio europeo per l’azione esterna, composto da funzionari del Consiglio, della Commissione e dei servizi diplomatici degli Stati membri.
Van Rompuy, cristiano democratico fiammingo di 62 anni, ha ricoperto per breve tempo l’incarico di premier nel suo Paese ma è stato apprezzato per aver posto fine ai contrasti tra le comunità   fiamminga e francofona del Belgio. La sua nomina, appoggiata dal presidente francese Nicolas Sarkozy e dalla cancelliera tedesca Angela Merkel, ha chiuso in modo indolore una partita difficile permettendo al premier svedese Fredrik Reinfeldt, presidente di turno dell’UE, di trovare così una sintesi tra i tanti interessi e i diversi equilibri.
Va ricordato che alla base delle due nomine c’era un accordo di fondo tra i maggiori gruppi politici europei, secondo cui il ruolo di presidente sarebbe andato ai Popolari europei e quello di rappresentante della Politica estera ai Socialisti europei.
Anche per questa ragione, dunque, è uscito fuori il nome della britannica laburista Catherine Asthon, per bilanciare cioè il fatto che alla presidenza dell’UE non sarebbe andato l’ex premier Tony Blair, voluto da alcuni ma contrastato da molti. Inoltre, la lobby europea femminile ha condotto una forte campagna di pressione a favore di candidature femminili, che alla fine è stata ascoltata.

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