La Commissione europea ha definito le azioni prioritarie per rafforzare la protezione dei minori che viaggiano verso e attraverso l’Europa.
Negli ultimi anni il numero di minori provenienti da Paesi terzi che si sono trasferiti nell’UE o sono in viaggio verso l’UE e al suo interno è fortemente aumentato. I numeri che riguardano le modalità più rischiose di migrazione sono drammatici: nel 2015 aveva meno di 18 anni il 31% dei rifugiati arrivati via mare. Ancora nel 2016 oltre 385.000 richieste di asilo, ovvero una richiesta su tre, riguardavano minori di 18 anni e di queste due terzi si riferivano a bambini fino ai 14 anni. Nel 2015 un minore su quattro viaggiava da solo; nel 2016 la cifra si è ridotta, ma i minori non accompagnati che hanno fatto richiesta di asilo sono stati oltre 56.000.
I minori coinvolti in percorsi migratori non legali sono più esposti al rischio di diventare vittime di violenza, di abusi sessuali, di sfruttamento e traffico. La Commissione europea ha recentemente ribadito che la protezione di tutti i minori in arrivo in Europa, indipendentemente dal loro status e in qualsiasi fase del processo migratorio, attiene ai fondamentali valori di rispetto dei diritti umani, di apertura e solidarietà che sono alla base dell’Unione Europea. La Commissione ha indicato, dunque, una serie di azioni prioritarie su cui gli Stati membri devono impegnarsi, con il sostegno della Commissione stessa e delle agenzie dell’UE, per garantire maggiore protezione ai minori stranieri e rafforzare il collegamento tra i servizi di asilo e quelli di protezione.
In particolare, le procedure di identificazione, protezione e determinazione dello status dovrebbero essere velocizzate; inoltre, si richiede la garanzia di adeguate condizioni di accoglienza e una tutela efficace, che richiama anche la necessità di una concertazione tra gli Stati per accelerare le procedure di ricerca delle famiglie e di ricongiungimento familiare all’interno e all’esterno dell’UE.
