La Commissione europea sta intensificando la propria risposta alla crisi umanitaria in Iraq con un nuovo pacchetto di aiuti del valore di 42,5 milioni di Euro per il 2017. Tale finanziamento è stato annunciato da Christos Stylianides, Commissario per gli Aiuti umanitari e la gestione delle crisi, che ha recentemente compiuto la sua quinta visita nel Paese da quando è in carica.
Parlando dal campo di Qayaarah per i rifugiati interni, Stylianides ha affermato che «i fondi umanitari […] serviranno ad aiutare le popolazioni più vulnerabili nelle zone di conflitto, incluse Mosul, Telafar e Hawidja, i civili nelle aree recentemente liberate e quelli costretti a spostarsi per forza».
L’allocazione iniziale per il 2017 va ad aggiungersi agli oltre 159 milioni di Euro in assistenza umanitaria che la Commissione europea ha già reso disponibili nel 2016 e alla consegna di 266 tonnellate di aiuti offerti dagli Stati tramite il Meccanismo UE di Protezione Civile in risposta all’emergenza di Mosul. L’aiuto dell’Unione Europea è volto a coprire i bisogni essenziali delle popolazioni più vulnerabili in Iraq, compresi cibo, salute, accesso all’acqua e alle strutture igieniche, così come la protezione, la sicurezza e l’educazione nelle situazioni d’urgenza.
A partire dal 2015, la Commissione europea ha garantito più di 309 milioni di Euro in aiuti umanitari e ha permesso di condurre operazioni destinate a salvare vite umane all’interno del Paese, specialmente nelle zone di difficile accesso o direttamente coinvolte dal conflitto.
La crisi umanitaria in Iraq è una delle più grandi e complesse al mondo. Le sfide che sta fronteggiando il Paese sono enormi: Mosul, teatro dei combattimenti più intensi in una città a forte densità di popolazione dalla Seconda guerra mondiale a questa parte, conta 11 milioni di persone povere, più di tre milioni di profughi interni e un milione di persone di ritorno in una regione già al limite della saturazione. Si stima che circa un milione di persone non possa beneficiare degli aiuti umanitari, sia a Mosul sia in altre zone tuttora controllate dall’autoproclamato Stato islamico.