L’Unione Europea annuncia 143 milioni di € in supporto alla Nigeria

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La Commissione Europea ha annunciato un aiuto di 143 milioni di euro per rispondere ad una richiesta urgente di ricostruzione nello stato di Borno in Nigeria.

Questa zona, colpita da una crisi umanitaria in costante peggioramento rappresenta uno dei quattro paesi che, insieme a Somalia, Sudan meridionale e Yemen sono, quest’anno, a rischio carestia.

Il pacchetto concesso dalla CE combina assistenza umanitaria immediata con una cooperazione allo sviluppo di lungo termine per aiutare gli abitanti della zona devastata dalla campagna di terrore di BokoHaram. Le misure previste dalla Commissione comprendono la reinstallazione dei servizi basilari tra cui l’educazione, l’accesso all’acqua e a beni alimentari, la sanità e l’igiene. Inoltre, grande attenzione sarà rivolta alla protezione sociale, all’occupazione e alle opportunità di sostentamento, con uno sguardo particolare sulle donne, sui giovani e sui soggetti vulnerabili. Il rafforzamento della pubblica amministrazione e della gestione  dei sistemi finanziari nello stato di Borno permetterà di migliorare la sostenibilità dei servizi pubblici, la gestione delle situazioni di crisi e il coordinamento degli aiuti internazionali.

Per approfondire

http://europa.eu/rapid/press-release_IP-17-1645_fr.htm

2 COMMENTI

  1. Forse non tutti sono al corrente dei rimpatri forzati di migranti nigeriani, subito dopo che le motovedette della nostra Guardia Costiera li ha portati in Italia dalla Libia, senza neppure aver potuto esprimere l’eventuale volontà di chiedere una forma di protezione internazionale. Noi a Lampedusa, oltre ad averne conferma dalla stampa nigeriana, queste cose le vediamo da alcuni mesi con i nostri occhi.
    Troppo facile quindi pensare che i milioni dell’UE non siano altro che la contropartita per far accettare al Governo nigeriano il rimpatrio forzato di propri concittadini, contro ogni norma internazionale sul diritto di asilo.
    Una politica UE iniziata con la Turchia e che prosegue con altri paesi da cui provengono i migranti subsahariani.

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