Intervento del Presidente Mattarella al XVIII Simposio Cotec Europa

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Riportiamo di seguito un estratto della dichiarazione rilasciata dal Presidente Mattarella in occasione del XVIII Simposio Cotec Europa.

“In questi giorni il Simposio celebra il ventennale della sua prima edizione e, come ogni anno, il tema proposto – la competitività – compare in cima all’agenda dei governi europei e in quella delle istituzioni comunitarie. Progredire senza indugi e con efficacia in quest’ambito è largamente considerata condizione indispensabile all’approfondimento ulteriore del progetto d’integrazione continentale, al rilancio strategico dell’Unione Europea e alla preservazione di un’economia prospera per i suoi Stati Membri e per i suoi cittadini.

Oggi abbiamo avuto poc’anzi la possibilità di ascoltare spunti di grande rilevanza e grande interesse da parte di Mario Draghi, il cui rapporto sul futuro della competitività europea sta già contribuendo a orientare le politiche della Commissione Europea per la nuova Europa degli anni a venire.

Un’Europa rinnovata, più competitiva, più resiliente, più presente nello scacchiere internazionale. È una sfida epocale per il nostro continente, tanto più urgente se raffrontata a recenti evoluzioni negli equilibri mondiali.

Il nostro Simposio ha quindi il merito di lanciare “Un appello all’azione” di grande attualità: è infatti urgente, direi prioritario, che l’Europa agisca, perché stare fermi non è più un’opzione.

Poc’anzi la romanza che abbiamo ascoltato, “Nessun dorma” potrebbe applicarsi alla nostra Unione.

I rischi dell’immobilismo sono ben identificati nel Rapporto Draghi come in quello Letta, sul futuro del mercato interno: le conseguenze ipotetiche per l’Europa, ad esempio in termini di arretramento nelle condizioni materiali di benessere diffuso o di un allontanamento irreversibile dalla frontiera tecnologica, ne accrescerebbero anche la vulnerabilità sui piani strategico e geopolitico, riducendone la capacità di contrastare le attuali perturbazioni, così allarmanti, dell’ordine internazionale. Scongiurare tali rischi è fondamentale. A questo fine – si osserva nei due rapporti – che occorre mettere in campo misure efficaci e allo stesso tempo ambiziose.

Ne cito una, che nella sua attualità e urgenza ben esemplifica le conseguenze dell’inazione e delle ingiustificate ritrosie a procedere lungo il cammino dell’integrazione. La Difesa comune europea. Gli Stati membri ne discutono da oltre settant’anni. Da quando a Parigi, nel maggio del 1952 venne firmato il Trattato che istituiva la Comunità Europea di Difesa. Questa esigenza veniva rilanciata, in forme diverse e meno ambiziose, tra il 1998 e il 2000.

Non è difficile immaginare quale sarebbe oggi la condizione dell’Unione, di fronte al mutato contesto geopolitico, se avessimo scelto a suo tempo di compiere quel salto di qualità politico nel processo di integrazione. Oggi siamo in ritardo, in rincorsa rispetto agli eventi e dobbiamo, di conseguenza, avvertirne l’urgenza.”

Coimbra (Portogallo), 14/05/2025 (II mandato)

Per il discorso integrale: https://www.quirinale.it/elementi/131875

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