In un Rapporto presentato il 15 giugno, Eurostat stima che nel 2014, all’interno dell’Unione Europea, le emissioni di anidride carbonica (CO2) derivanti dalla combustione di carburanti fossili siano diminuite del 5,0% (pari a 167.392.000 tonnellate) rispetto all’anno precedente. Le emissioni di CO2 sono tra le maggiori cause del riscaldamento globale e contribuiscono per l’80% nelle emissioni di gas serra all’interno dell’Unione Europea.
Queste emissioni sono influenzate da numerosi fattori, fra i quali le condizioni climatiche, la crescita economica, la popolazione, i trasporti e le attività industriali. Va sottolineato come anche le importazioni e le esportazioni di prodotti energetici abbiano un impatto sulle emissioni di CO2 nei Paesi in cui i carburanti fossili vengono bruciati. Per esempio, se il carbone viene importato, ciò comporta un aumento nelle emissioni; al contrario, se l’elettricità è importata, ciò non produce effetti diretti sulle emissioni del Paese importatore, ma ne produce sul Paese esportatore dove l’energia è stata prodotta.
In base ai dati presentati da Eurostat, nel 2014 le emissioni di CO2 sono diminuite in tutti gli Stati membri dell’Unione Europea, ad eccezione di Bulgaria (+7,1%), Cipro (+3,5%), Malta (+2,5%), Lituania (+2,2%), Finlandia (+0,7%) e Svezia (+0,2%). Le maggiori riduzioni di emissioni si sono, invece, registrate in Slovacchia (-14,1%), Danimarca (-10,7%), Slovenia (-9,1%), Regno Unito (-8,7%) e Francia (-8,2%).
L’Italia rientra tra i Paesi più virtuosi dell’Unione Europea, con una riduzione di 24.472.000 tonnellate di CO2, pari a -6,9% rispetto all’anno precedente.