Il Parlamento europeo contro le conclusioni del Consiglio in tema di fiscalità

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Durante l’ultima sessione plenaria, il Parlamento europeo ha discusso sul tema della fiscalità. In particolare, molti eurodeputati hanno mostrato delusiore rispetto alle conclusioni del Consiglio riguardo lo scambio automatico delle informazioni sulle decisioni fiscali. L’accordo a cui sono pervenuti gli Stati membri circa comunicazioni automatiche relative alle decisioni fiscali sulle multinazionali, si legge nel comunicato, è «un’occasione mancata» per compiere un vero passo in avanti contro la concorrenza fiscale sleale. La risoluzione è stata approvata da 572 voti a 90, con 30 astensioni.

In particolare, il relatore del Parlamento Markus Ferber (PPE) ha commentato: «Se questo è il testo finale, gli Stati membri avranno perso una grande opportunità per creare una maggiore trasparenza in materia fiscale. Abbiamo bisogno in tutta l’UE di una procedura sistematica e obbligatoria. Le autorità fiscali nazionali dovrebbero essere tenute a scambiarsi informazioni sulle decisioni fiscali ed a metterle a disposizione di una banca dati comune presso la Commissione europea».

Nella bozza uscita dal Consiglio sono presenti alcune limitazioni a cui il Parlamento vorrebbe porre rimedio, come la possibilità di applicazione della direttiva soltanto per le decisioni in materie fiscale posteriori al 31 dicembre del 2016, l’obbligatorietà di comunicazione reciproca fra i Paesi membri soltanto per le decisioni fiscali transfrontaliere e l’impossibilità da parte della Commissione di utilizzare i dati raccolti.

Il relatore Ferber, infine, ha sottolineato l’importanza che la direttiva non sia eccessivamente svuotata di contenuto da parte del Consiglio: «C’è anche un aspetto concorrenziale legato alla regolamentazione fiscale. Questo è il motivo per cui la Commissione deve avere la facoltà di accedere e utilizzare i dati per indagare l’evasione fiscale e pratiche di dumping e di valutare se sono in linea con le regole sugli aiuti di Stato. Perché gli Stati membri negano esplicitamente alla Commissione l’accesso a questi dati? Stanno nascondendo qualcosa?»

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