Futuro dell’Unione: i passi oltre l’euro per una vera Unione Economica e Monetaria

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Il 1° marzo la Commissione europea ha pubblicato il Libro Bianco sul futuro dell’Europa, in cui vengono illustrate le principale sfide ed opportunità per il continente nei prossimi dieci anni.

Nell’ambito di questo lavoro, palazzo Berlaymont ha già redatto un documento sulla gestione della globalizzazione e uno sulla dimensione sociale dell’Europa ed ora si è focalizzata sull’approfondimento dell’Unione Economica e Monetaria.

Innanzitutto, dopo gli anni più difficili della crisi, la colonna portante dell’UEM, l’euro, sembra aver ritrovato fiducia fra i cittadini: il 72% dei cittadini dell’area euro è a favore della moneta unica, percentuale più alta dal 2004. A 15 anni dalla sua nascita è condiviso da 340 milioni di Europei e da 19 Stati membri, diventando così la seconda moneta più usata al mondo. Tuttavia, affinché un’area valutaria comune possa funzionare in maniera efficace, è necessario che l’euro non rimanga un progetto isolato, ma che venga accompagnato da una sempre maggiore convergenza economica e fiscale. L’intento di questo documento, infatti, è quello di indicare degli obiettivi concreti raggiungibili prima del 2019, anno delle prossime elezioni europee, ed altri da soddisfare in un orizzonte temporale più lungo. Nel dettaglio, sono stati messi in rilievo tre punti chiave:

  • Il sistema finanziario europeo deve integrarsi maggiormente e, da oggi al 2025, deve completarsi l’Unione Bancaria, con i conseguenti meccanismi di garanzie comuni e di condivisione dei rischi. Inoltre, l’unificazione dei mercati dei capitali consentirebbe alle imprese di sfruttare un più ampio ventaglio di possibili fonti di finanziamento, sempre più diversificate ed innovative.
  • La convergenza dei parametri di bilancio fra i Paesi membri si presenta come un elemento imprescindibile per una vera Unione Economica e Monetaria. A tal proposito viene proposto un rinvigorimento del semestre europeo per il coordinamento delle politiche economiche ed un miglioramento delle capacità di stabilizzazione macroeconomica a livello comunitario.
  • Una maggiore condivisione delle responsabilità circa le decisioni riguardanti l’area euro deve riguardare i singoli Stati membri, i quali devono cooperare sia attraverso un approccio intergovernativo, sia mediante un rafforzamento delle istituzioni europee. In quest’ultimo ambito si profila un ripensamento del rapporto fra Commissione ed Eurogruppo, anche con la nomina di un presidente a tempo pieno dell’Eurogruppo. Per quanto riguarda, infine, le idee di un Ministro del Tesoro europeo e di un Fondo Monetario Europeo, oggetto oggi di un acceso dibattito politico, non si procede ad un giudizio di merito, ma si rimanda la valutazione al prossimo futuro.

A margine della pubblicazione di questo documento, Commissario per gli affari economici e finanziari, la fiscalità e le dogane Pierre Moscovici ha sottolineato come l’euro sia stato un punto di partenza necessario, ma non sufficiente e come oggi si riveli necessario completare il percorso intrapreso con la definizione della moneta unica: «L’euro è già un simbolo di unità e una garanzia di stabilità per gli Europei. Dobbiamo farne adesso il mezzo per una prosperità condivisa. Soltanto appianando le divergenze economiche e sociali nella zona euro potremo sconfiggere il pericoloso populismo che alimentano. È giunto il momento di completare il cammino iniziato a Maastricht verso una vera e propria Unione Economica e Monetaria, con istituzioni forti e responsabilità democratica».

Approfondisci

Scarica il libro bianco sul futuro dell’Europa

Scheda a cura di Lorenzo Guasco

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