Il 4 dicembre il Comitato economico e sociale europeo (CESE) ha reso noti i risultati delle discussioni dell’ottavo Forum europeo sulla migrazione, organizzato dal CESE e dalla Direzione generale Migrazione e affari interni della Commissione.
Punto focale delle discussioni è stato il tema della facilitazione dei percorsi legali e dell’attrazione di talenti tanto necessari per un continente, come quello europeo, che invecchia e soffre di carenza di manodopera. Proprio per far fronte alla crescente carenza di manodopera, la Commissione europea ha appena presentato il Mobility Toolbox, un kit di strumenti progettato per facilitare l’integrazione dei cittadini di Paesi terzi nella forza lavoro europea. Con 3,5 milioni di migranti arrivati legalmente nell’UE lo scorso anno (di cui 1,2 milioni proprio per motivi di lavoro), sarà cruciale per l’Europa lavorare su strategie di integrazione efficaci. Sebbene il Mobility Toolbox rappresenti un positivo passo in avanti in questo senso, dal forum è emersa la necessità di un approccio più completo all’integrazione, che includa processi semplificati per il riconoscimento di qualifiche e titoli stranieri, l’accesso a corsi di lingua e a una formazione professionale.
Il Commissario europeo per gli Affari interni, Ylva Johansson, ha dichiarato: “Non bisogna mai sottovalutare le competenze e il potenziale dei migranti. L’integrazione non consiste nell’assimilarsi a un Paese, ma nel diventare parte di una comunità. Ed è qui che la società civile svolge un ruolo fondamentale”.
Il CESE ha già intrapreso azioni concrete su temi critici legati al tema del forum, sostenendo la protezione dei minori migranti non accompagnati, spingendo per una revisione della direttiva anti-tratta e attuando misure per migliorare la salute mentale delle persone migranti.
Il Presidente Röpke ha sottolineato il ruolo centrale della società civile nella definizione di politiche migratorie inclusive: promuovere un ambiente accogliente e solidale per le persone immigrate è essenziale per il successo della loro integrazione nel mercato del lavoro. Ciò comporta, tuttavia, la lotta alla discriminazione e alla xenofobia, la promozione della comprensione interculturale e la garanzia di accesso a servizi essenziali come l’alloggio e l’assistenza sanitaria.
Per approfondire: Il comunicato del CESE