Diritti umani: l’Ue a lezione da Putin

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àˆ noto quanto il mondo politico, in Italia come in Europa, sia smemorato e da sempre convinto che la miglior difesa sia l’attacco, fino ad accusare gli altri per i propri errori o comunque sempre pronto a sollevare polveroni per nascondere le rispettive responsabilità  . Questa perಠdev’essere una stagione di grande competizione anche su questo versante, se adesso perfino Putin si mette a dar lezioni al mondo e in particolare all’Europa sul rispetto dei diritti umani.

àˆ accaduto – ci ha raccontato l’autorevole quotidiano spagnolo EL PAIS – il week end scorso a Lathi, in Finlandia, dove la Presidenza di turno dell’Unione europea aveva convocato un Vertice dei 25 Capi di Stato e di Governo per discutere di immigrazione ed energia. La presenza di questo tema nell’ordine del giorno aveva motivato la presenza di un ospite non proprio esemplare come Putin, lo zar di una Russia inquieta che a quindici anni di distanza non riesce ad elaborare il lutto della dissoluzione dell’Unione Sovietica.

Il comunicato finale, educato e calcolato al millimetro come al solito, non lasciava trasparire molto delle tensioni che pure si potevano supporre tra, da una parte, i 25 europei bisognosi di energia in questa vigilia d’inverno con il petrolio del Medioriente a rischio ma anche con l’esigenza morale di non svendere nello scambio i diritti umani e, dall’altra, il Presidente Putin venuto all’incontro con il dito sul rubinetto (grilletto della nuova arma energetica) e preparato a sentirsi dire cose non gradevoli sul suo modo di governare.

Purtroppo adesso veniamo a sapere che il confronto tra le due parti non è stato così pacifico e civile come raccontato dal comunicato ufficiale. Non che sia capitato qualcosa di particolarmente sorprendente visto il «pedigree» di Putin, il suo passato e il suo presente: la sorpresa è solo e tutta nella fuga di notizie che non deve aver fatto piacere al padrone del Cremino. Anche perchà© capitava pochi giorni dopo la rozza battuta di ammirazione per il Presidente della Knesset israeliana, accusato di violenza sulle sue collaboratrici e oggetto di invidia agli occhi di Putin per questa sua performance.

A Lathi, durante la cena di gala, magari con libagioni che aiutavano la sincerità  , il Presidente russo si è sfogato con i suoi colleghi, colpevoli di avergli educatamente ricordato il dovere di rispettare i diritti umani all’indomani di assassini politici, in Russia, di giornalisti e alti dirigenti critici verso le larghe pratiche di corruzione nel suo Paese. E qui Putin non ci ha più visto e ha risposto non già   spiegando quanto accade dentro la Russia o ai suoi immediati confini ma attaccando i suoi interlocutori sulle pratiche di corruzione nell’UE, in particolare riferendosi alla mafia italiana e alla corruzione di amministratori locali spagnoli. Peccato che abbia saltato il ghiotto passaggio sulle sue responsabilità   nell’oppressione in Cecenia o nel sostegno dato alle spinte secessioniste in uno Stato sovrano come la Georgia, minacciata di un «bagno di sangue» se insiste a difendere le sue frontiere. A cinquant’anni esatti dai carri armati sovietici mandati a reprimere la domanda di libertà   ungherese a Budapest dichiarazioni come queste mettono più di un brivido.

Speriamo lo abbiano provato anche i responsabili europei e che ne abbiano fatto tesoro ricavandone un’utile lezione. Perchà©, grazie alla sua rozzezza, una duplice lezione Putin l’ha data all’Unione europea: per contrastare la prepotenza di chiunque, l’UE deve avere le carte in regola in casa propria ma anche ricordare da subito che ci sono prezzi che non si possono pagare, nemmeno per evitare il freddo del prossimo inverno. Perchà© altrimenti ben altri inverni, e non solo metereologici, ci aspetteranno.

2 COMMENTI

  1. Caro Chittolina, non posso che condividere le sue riflessioni.
    ‘E assolutamente necessario che i paesi della UE abbiano ben presente quali sono i principi assoluti e inderogabili di fronte ai quali non arretrare nemmeno di fronte a minacce e ritorsioni pesanti.
    Ritengo infatti che noi europei siamo molto pronti ad essere comprensivi per comportamenti altrui, ma non siamo così pronti a difendere i nostri principi di democrazia, giustizia e rispetto dei diritti umani.
    Grazie per tutto quello che fa.Pier Luigi Amerio

  2. Al vertice di Lathi si è sostanzialmente parlato di energia e non c’è da stupirsi! C’era pure un ospite privilegiato!
    Tutto il discorso di Franco Chittolina mi pare che dovrebbe godere di particolare attenzione per chi crede che i 25 Stati europei siano fatti di uomini e non di “sudditi” abituati a guardare ai Capi di Stato come a coloro che, soli, possano e debbano inevitabilmente prendere delle decisioni “adatte” al momento politico che si sta vivendo.
    I singoli cittadini, anche in democrazia (ma che cosa significa oggi?) “danno necessariamente delle deleghe”, ma quando queste vanno a finire nelle mai di coloro che sono supportati da forti poteri (che possiamo chiamare economici, ma che di fatto esprimono un ambiente molto più complesso di oligarchie anche inquietanti) che poco o nulla hanno a che vedere con le finalità  dei popoli, qualche domanda dovrebbe essere di rigore.

    “per contrastare la prepotenza di chiunque, l’UE deve avere le carte in regola in casa propria, ma anche ricordare da subito che ci sono prezzi che non si possono pagare, nemmeno per evitare il freddo del prossimo inverno. Perché altrimenti ben altri inverni, e non solo metereologici, ci aspetteranno”.

    E’ allora un’ingenuità  la mia il pensare che solo il quasi mezzo miliardo di individui che compone i singoli Stati e alle spalle dei Capi, potrebbe essere la pressione costruttiva non solo per ricordare, ma in qualche modo imporre i prezzi da pagare?

    Leggo però sulla “sintesi” all’incontro di martedì mattina che “la scarsissima partecipazione dei cittadini europei a queste svolte storiche, rende ancor più fragile l’Unione di fronte alle sfide politiche ed economiche che ha davanti”.

    Il “Lavoro” da compiere è allora molto chiaro, ma contemporaneamente tanto impegnativo. La sensibilizzazione al proprio ruolo di cittadini mi pare infatti l’unica alternativa agli attacchi, alle difese che escludono, al finire nelle guerre ormai obsolete anche come produttrici di vincitori riconoscibili e autorevoli. Ce la dobbiamo fare!

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