Crisi e sostenibilità   delle pensioni

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Vari Paesi dell’UE potrebbero decidere di riformare i sistemi pensionistici in seguito alla crisi finanziaria, tuttavia non dovrebbero esserci serie ripercussioni sui cittadini europei in via di pensionamento data la solidità   del sistema europeo, almeno secondo quanto sostiene la Commissione europea nella Relazione congiunta su protezione e inclusione sociale.
L’adeguatezza e la sostenibilità   a lungo termine dei sistemi pensionistici dipendono da un continuo impegno a raggiungere l’obiettivo di Lisbona di un tasso di occupazione dei lavoratori più anziani pari al 50%, «anche in un periodo di recessione» sostiene la Commissione. Nell’ultimo decennio il tasso medio di occupazione dei lavoratori anziani (55-64 anni d’età  ) è passato dal 38% al 45% e dodici Stati membri hanno già   raggiunto l’obiettivo di Lisbona. Secondo la Relazione, è perಠimportante garantire una copertura completa e monitorare l’adeguatezza delle pensioni, soprattutto quelle delle donne e dei lavoratori a basso reddito. «Le strategie a lungo termine e il quadro normativo hanno limitato l’impatto della crisi sui redditi da pensioni private per la maggior parte delle persone che vanno in pensione oggi, ma per alcune i risultati potrebbero essere inferiori alle aspettative». Le strutture dei fondi pensionistici vanno quindi rivedute per aumentarne la capacità   di affrontare i rischi nelle fasi d’investimento e di erogazione e per migliorare la copertura, avverte la Commissione, affinchà© possano affrontare con tutte le loro potenzialità   l’invecchiamento demografico.
La crisi ha infatti messo in evidenza alcune debolezze dei regimi pensionistici europei, in particolare quelli a capitalizzazione che hanno risentito della difficile situazione finanziaria in modo più diretto e immediato. Constatando che la natura a lungo termine dei sistemi pensionistici li protegge almeno in parte dalle oscillazioni del mercato, il documento si sofferma su diversi tipi di regimi, compresi quelli prefinanziati e a ripartizione. I titoli dei fondi pensione privati hanno subito un forte calo nel corso del 2008, ma non sembra che sia per un eccesso d’investimenti in titoli tossici come quelli che hanno messo in crisi il sistema bancario mondiale. L’impatto del calo degli utili per quanti hanno sottoscritto una pensione privata è diverso a seconda del tipo di regime cui si sono affiliati. In generale, gli affiliati dei sistemi pensionistici professionali a prestazioni definite avranno la pensione attesa, perchà© il rischio dovuto agli investimenti è coperto dal sistema e i dividendi sono garantiti, ma questo stato di cose puಠcambiare in caso di adeguamenti apportati ai fondi per compensarne le perdite. Secondo il documento, quindi, non si possono escludere effetti più gravi. Sia l’UE che gli Stati membri hanno comunque varato norme per tutelare i lavoratori in caso di insolvenza delle società   promotrici dei sistemi a prestazioni definite.
Ricordando come nel settore delle pensioni gli obiettivi nazionali degli Stati membri riguardano il tasso d’occupazione dei lavoratori anziani (anche oltre gli obiettivi comunitari), l’età   di pensionamento effettiva, i tassi di contribuzione, i tassi teorici di sostituzione, il tasso di povertà  , la Commissione ritiene che l’ammodernamento delle pensioni segua strategie a lungo termine compatibili con gli obiettivi concordati.

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