Conferenza sul futuro dell’Europa: la proposta del Parlamento Europeo

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Mercoledì 15 gennaio, il Parlamento europeo ha adottato una risoluzione che illustra la propria posizione in merito alla Conferenza sul futuro dell’Europa, raccogliendo la proposta del Presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen.

La proposta del Parlamento matura dalla diffusa consapevolezza circa la sopraggiunta inadeguatezza degli strumenti previsti dal Trattato di Lisbona (2007) per affrontare le crisi e le sfide, interne ed esterne, che l’Unione da allora ha affrontato e sta affrontando e, muovendo dall’incoraggiante incremento dell’affluenza registratosi alle Europee dello scorso maggio, intende dare vita ad una nuova fase di rilancio per il processo di integrazione europea verso “un’Unione sempre più stretta tra i popoli dell’Europa”.

Stante la sua legittimazione democratica diretta, il Parlamento ritiene a sé spettante il ruolo di guida dei lavori della Conferenza, la cui architettura è riassunta brevemente nelle righe che seguono.

GLI ORGANI

Le agorà

Allo scopo di coinvolgere i cittadini europei nel processo della conferenza secondo un approccio “dal basso”, il Parlamento europeo propone la creazione di assemblee dette “agorà dei cittadini”, chiamate a pronunciarsi ciascuna su uno specifico tema.

Le agorà riuniranno fino a 300 cittadini – almeno 3 per ciascun Paese membro – selezionati a livello nazionale da istituzioni indipendenti, in maniera casuale ma con modalità tali da garantire la rappresentatività delle assemblee in termini geografici, socioeconomici, di genere e di età. Politici eletti, alti rappresentanti governativi e rappresentanti di interessi professionali non potranno prendere parte alle agorà.

Le sedute avranno luogo in differenti località e ciascuna agorà tematica avrà una propria composizione, che manterrà nel corso delle varie riunioni.

Oltre alle agorà dei cittadini, si riuniranno almeno due “agorà dei giovani”, riservate a cittadini di età compresa tra i 16 e i 25 anni e selezionati con i medesimi criteri previsti per le altre agorà. La previsione di tali assemblee vuole riconoscere il giusto spazio a coloro sui quali peseranno maggiormente le direzioni prese in merito al futuro dell’Unione europea. 

I rappresentanti delle agorà presenteranno le proprie conclusioni al plenum, di modo che i rappresentanti istituzionali possano tenerne conto nelle deliberazioni della plenaria.

Il plenum

Il plenum (o plenaria) della conferenza riunirà i rappresentanti delle istituzioni e delle parti sociali, con la seguente composizione:

  • membri del Parlamento europeo, fino ad un massimo di 135, in rappresentanza dei cittadini;
  • il Consiglio, in rappresentanza degli Stati;
  • i Parlamenti degli Stati, rappresentati da 2-4 membri ciascuno;
  • tre Commissari in rappresentanza della Commissione europea;
  • quattro rappresentanti ciascuno del Comitato economico e sociale europeo (CESE) e del Comitato delle regioni (CdR);
  • due membri per parte in rappresentanza delle parti sociali a livello europeo.

La scelta dei rappresentanti istituzionali verrà effettuata con modalità idonee a garantire un’equilibrata rappresentatività dal punto di vista politico.

Il plenum si riunirà presso il Parlamento europeo almeno due volte a semestre.

Gli organi di direzione e coordinamento

La direzione della Conferenza sarà garantita da un Comitato direttivo composto da rappresentanti del Parlamento, del Consiglio e della Commissione, al quale spetterà il compito di definire le strutture organizzative e le attività della Conferenza medesima.

Il Comitato sarà affiancato da un Consiglio esecutivo di coordinamento, composto anch’esso dai rappresentanti delle sommenzionate istituzioni dell’Unione, avente il compito di curare la gestione quotidiana e pratica dei lavori.

I summenzionati organi saranno affiancati da una Segreteria ad hoc.

LE TEMATICHE

Il Parlamento, pur senza limitare i potenziali ambiti di discussione e intervento della Conferenza, ha individuato alcune aree ritenute prioritarie:

  • valori europei, diritti e libertà fondamentali;
  • aspetti democratici e istituzionali UE;
  • sfide ambientali e crisi climatica;
  • giustizia sociale e uguaglianza;
  • questioni economiche e occupazionali (tra le quali è espressamente menzionata la fiscalità);
  • trasformazione digitale;
  • sicurezza e ruolo dell’UE sulla scena internazionale.

Propone, inoltre, di ricorrere alle indagini demoscopiche degli Eurobarometri per raccogliere dai cittadini europei altre sollecitazioni tematiche utili a definire il programma definitivo della Conferenza.

IL PROCESSO E I RISULTATI ATTESI

La Conferenza avrà durata biennale: i lavori – per il qual inizio si auspica la data del 9 maggio 2020, in occasione della Festa dell’Europa – si concluderanno entro l’estate del 2022. 

I lavori della conferenza saranno preceduti da una fase preliminare di consultazione della cittadinanza, finalizzata alla raccolta di idee e proposte, da svolgersi in maniera uniforme su tutto il territorio dell’Unione ricorrendo, tra gli altri, a strumenti e piattaforme digitali.

Le riunioni delle agorà e del plenum saranno aperte al pubblico e trasmesse in streaming, e tutti i materiali di lavoro saranno liberamente consultabili.

Le agorà adotteranno le proprie conclusioni per consenso; ove ciò non sia possibile, potranno essere espressi pareri di minoranza. Tali conclusioni, come anticipato sopra, saranno presentate all’assemblea plenaria affinchè possa tenerne conto nelle proprie deliberazioni.

Il plenum adotterà delle raccomandazioni, sul contenuto delle quali è necessario si formi il consenso della maggioranza dei rappresentanti di ciascuna istituzione dell’Unione, nonché dei rappresentanti dei Parlamenti nazionali. 

Il Parlamento si è impegnato a dare seguito “senza indugio” al contenuto delle raccomandazioni – anche attraverso eventuali modifiche dei trattati -, invitando le altre istituzioni coinvolte a fare altrettanto. 

Per approfondire: la risoluzione (2020)0010 del Parlamento europeo

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