C’era una volta la miniera…

1898

Era il 23 giugno 1946 quando Belgio e Italia firmarono quella famosa Convenzione che prevedeva l’arrivo di 50.000 lavoratori italiani nelle miniere belghe. Fino al 1957, 303 treni portarono circa 140.000 uomini, 17.500 donne e 29.000 bambini, provenienti per la maggior parte dalle regioni più povere dell’Italia, in particolare dalla Sicilia e dagli Abruzzi.

Ricorrono quindi settant’anni dalla firma di quell’accordo. Oggi le miniere del Belgio sono chiuse, ma hanno lasciato nella storia della nostra emigrazione le forti impronte di tante storie di uomini e donne dall’infinito coraggio.

Il Belgio, in occasione di questo anniversario, si appresta a ricordare la vita, il lavoro, le difficoltà di integrazione e le tragedie dei nostri minatori. Riporta alla luce, attraverso un paziente restauro, un bellissimo film girato nel Borinage (la zona di Charleroi), all’inizio degli anni ’60 da Paul Meyer. Il titolo del film è preso dalla famosa poesia di Salvatore Quasimodo, Premio Nobel per la Letteratura, “Già vola il fiore magro”.

Riprendiamo qui la poesia di Quasimodo, a segnare, anche da parte nostra, il ricordo della nostra emigrazione e dei nostri minatori.

Già vola il fiore magro.

Non saprò nulla della mia vita,
oscuro monotono sangue.

Non saprò
chi amavo, chi amo,
ora che qui stretto, ridotto alle mie membra,
nel guasto vento di marzo
enumero i mali dei giorni decifrati.

Già vola il fiore magro
dai rami. Ed io attendo
la pazienza del suo volo irrevocabile.

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