Attivazione della clausola di salvaguardia nazionale per aumentare la spesa per la difesa

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Dodici sono i Paesi che hanno richiesto l’attivazione della clausola di salvaguardia nazionale a norma del patto di stabilità e crescita. Si tratta del Belgio, della Danimarca, dell’Estonia, della Finlandia, della Germania, della Grecia, della Lettonia, della Polonia, del Portogallo, della Slovacchia, della Slovenia e dell’Ungheria. Al momento si è in attesa di ulteriori richieste da parte di altri Stati membri. 

Fondamentalmente, la clausola permetterebbe ai Paesi dell’UE di possedere un margine maggiore di bilancio in modo da poter aumentare la spesa per la difesa. È previsto però, chiaramente, di restare all’interno delle norme di bilancio dell’UE. 

Il tutto verrebbe svolto in linea con il documento pubblicato dalla Commissione nell’ambito del pacchetto “Piano ReArm Europe/Preparati per il 2030”. 

L’attivazione della clausola darà agli stati membri maggiore flessibilità, infatti, sarà possibile deviare dal percorso della spesa netta approvato o dal percorso correttivo nell’ambito della procedura per i disavanzi eccessivi. Il limite per la spesa supplementare annua per la difesa è dell’1,5% del PIL.

Si sta attraversando un periodo in cui le casse dei vari Stati subiscono una pressione notevole a causa dell’urgenza di rafforzare le loro difese. L’UE ha presentato un grande pacchetto di misure in materia di difesa. Si cercherà di stimolare gli investimenti in quest’ultima. 

Se verranno presentate altre richieste da altri Stati, la Commissione valuterà se presentare la proposta al Consiglio, il quale disporrà poi, eventualmente, di un mese di tempo per decidere se attivare o meno la clausola di salvaguardia nazionale. 

Per approfondire:12 Stati membri chiedono l’attivazione della clausola di salvaguardia nazionale con un’azione coordinata per aumentare la spesa per la difesa

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