Secondo i firmatari del testo redatto in vista del voto in commissione mercato interno- previsto per il 21 novembre prossimo, l’attuale testo della direttiva mette in pericolo l’interesse generale e il ruolo regolatore dei poteri pubblici nazionali, regionali; rischia di creare dumping sociale, fiscale ambientale e accrescerebbe l’incertezza giuridica rispetto alle leggi applicabili.
I firmatari dell’appello appoggeranno gli emendamenti che riducono i campi di applicazione della direttiva, ne riconoscono il carattere complementare rispetto alle direttive settoriali, riconoscono che la direttiva non interferisce con le disposizioni del diritto del lavoro del Paese di accoglienza, ipotizzano soluzioni alternative al principio del Paese di origine, lanciano un vero processo di armonizzazione delle norme relative alle prestazioni di servizi.
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