Ambiente senza Frontiere: Cop 22, Cop 23 – Da Parigi a Marrakech, da Marrakech a Bonn

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Dopo l’accordo di Parigi del dicembre 2015 (Cop 21) sui cambiamenti climatici, i responsabili politici della Terra si danno appuntamento ogni anno per definire le misure e gli impegni concreti che ogni Paese dovrà adottare per raggiungere gli obiettivi sottoscritti. Si sono riuniti a Marrakech (Cop 22) nel novembre 2016 e si riuniranno ancora a Bonn (Cop 23) nel prossimo novembre 2017.

Questa rubrica ha come obiettivo di mettere in evidenza i problemi più significativi creati dal surriscaldamento globale. Un primo problema, analizzato lo scorso anno dalla Banca Mondiale in occasione della Cop 22, riguarda l’impatto economico delle catastrofi naturali sulle popolazioni più povere del pianeta.

Secondo la Banca mondiale, l’impatto economico delle catastrofi naturali sulle popolazioni più povere è ampiamente sottovalutato.

Il rapporto indica che in tutto il mondo, ogni anno, le catastrofi naturali generano perdite pari a 520 miliardi di dollari e spingono sotto la soglia di povertà, fissata a 1,9 dollari al giorno, circa 26 milioni di persone. Sono cifre esorbitanti, rivelatrici del fatto di quanto le stime della Banca mondiale, in termini economici ed umani, siano nettamente superiori a quelle fornite finora dalle Nazioni Unite. La Banca mondiale si è infatti basata, per il suo studio, non solo sulle perdite materiali, come ad esempio i danni agli edifici e alle infrastrutture, ma ha anche tenuto conto di altre conseguenze dirette sulla popolazione più vulnerabile come ad esempio le difficoltà di accesso alle cure mediche e ad una alimentazione adeguata, l’ interruzione e l’abbandono di un percorso scolastico.

Le catastrofi naturali colpiscono quindi in modo più drammatico le popolazioni più povere, che “subiscono solo l’11 per cento dei danni materiali, ma perdono il 47 percento in termini di benessere”. Il rapporto cita l’esempio dell’uragano Matthew che ha colpito Haiti e gli Stati Uniti lo scorso ottobre : “I danni sono stati valutati in 2 miliardi di dollari ad Haiti e in 7 miliardi negli Stati Uniti. Ma in realtà l’evento è stato decisamente più devastante nell’isola centro-americana.”

Il rapporto mette in evidenza anche le contromisure necessarie per far fronte a tali conseguenze sociali ed umane e conclude : “Pochi eventi climatici estremi minacciano di annullare decenni di progresso contro la povertà”. Per questo il rapporto sottolinea l’importanza di sostenere interventi di “resilience building”, cioè quegli interventi mirati a migliorare la capacità di un Paese a risollevarsi dopo una catastrofe naturale.

Sono temi che animano i dibattiti in corso in preparazione della Cop 23 a Bonn, dove i finanziamenti di solidarietà dei Paesi più ricchi nei confronti dei Paesi più poveri continuano ad essere al centro di tante discussioni.

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