Accordo trovato fra i ministri dell’Interno europei sul testo del Patto europeo su immigrazione e asilo, che sarà adottato formalmente dal Consiglio europeo del 15 e 16 ottobre. La politica migratoria delineata dal Patto rispecchia la visione della presidenza francese di «immigrazione scelta»: lotta all’immigrazione illegale, facilitazione di quella legale purchà© funzionale ai bisogni economici e ai potenziali di integrazione determinati da ogni Stato membro, in concertazione con gli altri, dal momento che in questo campo le scelte di un Paese ricadono su tutti. Anche il ricongiungimento familiare dovrà essere compatibile con le possibilità di accoglienza: dovranno quindi essere presi in considerazione il reddito, il domicilio e le competenze linguistiche dei familiari richiedenti il visto. L’Ue vuole attrarre maggiormente lavoratori altamente qualificati, ricercatori e studenti, tramite iniziative quale quella della «carta blu». Le politiche migratorie messe in campo dai 27 saranno basate su diritti (all’educazione, al lavoro, alla sicurezza e ai servizi pubblici e sociali) ma anche sui doveri (legalità , apprendimento della lingua). Per quanto riguarda la lotta all’immigrazione illegale, obiettivo del Patto è la prevenzione ma anche la repressione, incitando gli Stati a mettere in pratica l’allontanamento effettivo degli stranieri in situazione irregolare e ad evitare condoni generalizzati. La cooperazione fra Stati membri potrà prevedere dei dispositivi comuni di espulsione, tramite una banca dati di impronte digitali dei clandestini e voli di rimpatrio congiunti. Le impronte digitali saranno anche utilizzate, al più tardi entro il 2012, per la concessione dei visti. In materia di cooperazione delle politiche di asilo, il Patto sembra meno ambizioso: scompare infatti il riferimento ad un’ «armonizzazione» delle procedure, mentre si è preferito il termine meno impegnativo di «messa in coerenza» con l’obiettivo di arrivare ad una procedura unica entro il 2012.
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