Si allarga il fronte europeo contrario alle proposte di revisioni delle norme dell’UE sulle comunicazioni elettroniche che la commissaria europea per la Società dell’informazione, Viviane Reding, intende varare il 13 novembre prossimo.
Ai due commissari europei Guenter Verheugen, vicepresidente e responsabile per l’Industria, e Neelie Kroes, responsabile per la Concorrenza, che hanno sollevato obiezioni, si sono aggiunti alcuni Stati membri.
Con una lettera inviata ai servizi della Commissione europea, infatti, Francia, Germania, Lussemburgo, Spagna, Svezia e Regno Unito hanno espresso dubbi sull’utilità di costituire una nuova authority europea nel settore delle telecomunicazioni, sostenendo che non è necessario procedere a «riforme istituzionali» ma semplicemente utilizzare «tutte le potenzialità insite nelle istituzioni già esistenti, ovvero il Comitato per le comunicazioni (Cocom) e il gruppo europeo che raccoglie le authority nazionali (Erg)». Parallelamente, scrivono gli Stati contrari, occorrerà garantire alle authority nazionali tutto il potere e la flessibilità necessarie per rispondere adeguatamente alle esigenze emergenti nei rispettivi Paesi.
Francia, Spagna e Germania sarebbero anche contrarie alla separazione funzionale tra accesso alla rete e fornitura di servizi finali all’utenza, così come previsto nella revisione delle norme proposta da Reding.