Videomessaggio del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella alla 51^ edizione del Forum Ambrosetti di Cernobbio

11

Riportiamo di seguito il testo del videomessaggio del Presidente della Repubblica alla 51′ edizione del Forum Ambrosetti di Cernobbio.

“L’Europa, con la sua unità, è la possibilità offerta per essere presenti con efficacia e per poter incidere nel mondo che cambia così rapidamente.

Una grande opportunità che il nostro Paese ha saputo intravedere e concorrere a costruire, con il decisivo contributo di uno statista come Alcide De Gasperi.

È sorta sulla base di interrogativi elementari.

È preferibile la pace o la guerra?

È possibile costruire un mondo in cui gli Stati non vengano contrapposti in nome di artefatti, presunti, interessi nazionali e, al contrario, collaborino per il benessere congiunto dei loro popoli?

A prevalere devono essere dignità, libertà, futuro delle persone, oppure, queste devono essere oggetto, strumento, delle ebbrezze di potere di classi dirigenti?

Può apparire ovvio: un truismo. Eppure non è così.

Perché è proprio avendo coscienza di queste alternative – che sembrano oggi ripresentarsi – che l’Unione ha saputo scegliere una strada completamente nuova, impensabile appena qualche anno prima, realizzando un percorso straordinario di pace e di affermazione dei diritti; mettendo in comune aspirazioni e risorse, a partire da quelle, fondamentali per la ricostruzione dopo il conflitto: il carbone e l’acciaio.

In quel momento, la condizione di deserto morale e materiale, in cui il continente era stato ridotto dal nazifascismo, fu risolutiva nell’orientare scelte di alta levatura.

Basterebbe l’animo di quei tempi difficili per affrontare i temi di fronte ai quali siamo oggi.

Non sono accettabili esitazioni.

L’Unione Europea si è affermata come un’area di pace e di cooperazione capace di proiettare i suoi valori oltre i suoi confini, determinando stabilità, benessere, crescita, fiducia.

Non ha mai scatenato un conflitto, non ha mai avviato uno scontro commerciale. Al contrario, ha agevolato intese e dispiegato missioni di pace.

Ha contribuito a elevare standard di vita, criteri di difesa del pianeta.

Ha promosso incontri e dialoghi e ha alimentato libertà nei rapporti internazionali, eguaglianza di diritti tra popoli e Stati: condizioni e causa di progresso.

Si pone, quindi, anzitutto, una domanda, prima di ogni altra.

Come è possibile, su queste basi, che l’Europa oggi venga considerata da alcuni un ostacolo, un avversario se non un nemico?

Quali sono le ragioni, gli interessi di fondo, i principi sui quali si basa la convivenza civile e i traguardi raggiunti dai popoli europei che qualcuno considera disvalori?

È soltanto affrontando con lucidità interrogativi di questa natura che potremo trovare risposte esaurienti, utili a illuminare le scelte che siamo chiamati a compiere, pena la irrilevanza e la regressione rispetto ai risultati sin qui raggiunti.

Il mondo ha bisogno dell’Europa.

Per ricostruire la centralità del diritto internazionale che è stata strappata.

Per rilanciare la prospettiva di un multilateralismo cooperativo.

Per regole che riconducano al bene comune lo straripante peso delle corporazioni globali – quasi nuove Compagnie delle Indie – che si arrogano l’assunzione di poteri che si pretende che Stati e Organizzazioni internazionali non abbiano a esercitare.

L’incrocio tra le ambizioni di quelle, e l’impulso di dominio, di impronta neo-imperialista, che si manifesta da parte dei governi di alcuni Paesi, rischia di essere letale per il futuro dell’umanità.

L’Europa è, al tempo stesso, necessità e responsabilità.

Le forze imprenditoriali e quelle sociali, il mondo della cultura e la società civile europea devono avvertire la necessità e la responsabilità di sentirsi partecipi e costruttori, non spettatori inermi e intimoriti.

Le democrazie dell’Europa sono capaci di trovare in sè motivazioni e iniziative per non soccombere alla favola di una superiorità dei regimi autocratici, per non cedere all’idea di un mondo lacerato, composto soltanto di avversari, nemici, vassalli o clientes, né all’idea di società frammentate.

L’esperienza suggerisce che soltanto da uno stretto rapporto tra istituzioni e società civile, reciprocamente rispettoso, è possibile realizzare mete di progresso.

Il mondo delle imprese, i lavoratori, sono sempre stati protagonisti in questo senso. Creando benessere, favorendo l’innovazione, ampliando scambi e opportunità, hanno aperto nuovi orizzonti, generato e distribuito ricchezza, rendendo, al tempo stesso, più forti le democrazie con il capitolo dei diritti sociali.

Oggi più che mai le forze dell’economia e del lavoro sono consapevoli che la leva europea è decisiva.

C’è bisogno di istituzioni europee più forti, di volontà di governi capaci di non arrendersi a pericoli e regressioni che non sono ineluttabili.

L’Europa, con i suoi traguardi di civiltà, è il testimone che possiamo, e dobbiamo, trasmettere alle nuove generazioni.

La difesa della civiltà europea – tutt’uno con lo sviluppo della sua società e della sua economia – richiede il coraggio di un salto in avanti verso l’unità.

Tutti siamo chiamati a contribuire a questa impresa.

Grazie per il concorso che i partecipanti al Forum vorranno darvi.”


Roma, 06/09/2025 (II mandato)

Per il video integrale: https://www.quirinale.it/elementi/138369

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here