Franco ci ha lasciato, con la sua solita discrezione. Un banale incidente dietro casa, nei suoi campi a raccogliere foglie secche e a bruciarle. Il fuoco l’ha avvolto e non gli ha lasciato scampo.
E’ difficile scrivere, in questi casi, parole che non scivolino nel pensiero di circostanza, perché Franco era davvero una persona speciale, che sapeva dialogare con chi non praticava i nostri linguaggi, che sapeva dare affetto e dignità a chi pareva un po’ ai margini del nostro vivere quotidiano, che non dosava generosità e amicizia nella sua sconfinata umanità e comprensione.
I ragazzi della “Cascina” di san Rocco Castagnaretta, ad esempio, hanno avuto in Franco un punto di riferimento importante, gli volevano un bene “da matti”, tanto da saltargli spesso al collo e da farlo barcollare.
Ma Franco aveva anche interessi in orizzonti lontani, sensibile e preoccupato di “come va il mondo”, inquieto anche per questa nostra Europa, un po’ troppo fragile per difendere un grande valore come la democrazia. Quante discussioni al riguardo, su quel piccolo sentiero che da casa sua costeggiava la Stura.
Ciao Franco, sarà impossibile dimenticarti, perché per noi rimarrai “un grande uomo buono”.
Adriana Longoni di
Apiceuropa