Indipendenza energetica e cambiamento climatico, l’opinione dei cittadini europei

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Lo speciale Eurobarometro pubblicato il 30 giugno riporta i risultati di un sondaggio effettuato su più di
26.000 cittadini europei e il cui tema centrale era il cambiamento climatico nei suoi molteplici aspetti e
sfide.


L’84% degli intervistati sostiene che il cambiamento climatico è causato dall’uomo e l’85% ritiene che sia un
problema serio. Non a caso infatti il 92% dei cittadini intraprendono azioni individuali per il clima attraverso
scelte sostenibili, ma solo il 28% di essi sostiene di essere nella posizione per invertire la tendenza grazie a
azioni individuali. Però il 66% degli intervistati individua il governo nazionale, il 59% l’UE, il 58% le imprese o
industrie e il 44% il governo locale. I cittadini infatti sostengono che questi enti siano nella migliore
posizione per lottare contro il cambiamento climatico.


Il cambiamento climatico pone però diverse sfide all’UE. Infatti, l’81% dei cittadini sostiene l’UE
nell’obbiettivo di azzerare le emissioni entro il 2050. Ciò comporta indubbie ripercussioni economiche,
infatti l’88% di essi ritiene importante che l’UE intervenga per aumentare le energie rinnovabili e l’efficienza
energetica ; inoltre il 75% degli interlocutori è convinto che agendo in materia di cambiamento climatico si
favorisce l’innovazione. Per aumentare poi le energie rinnovabili e l’efficienza energetica il 75% dei soggetti
è convinto che la ridotta importazione di combustibili fossili garantisca la sicurezza energetica.


È un fatto orami assodato che i cambiamenti climatici impattino negativamente sulla salute. Non deve
stupire perciò se l’85% degli intervistati sente come una priorità la lotta al cambiamento climatico per
migliorare la salute pubblica e la qualità della vita. Inoltre, l’83% degli intervistati sostiene che una migliore
preparazione ad effetti negativi migliorerà la vita dei cittadini, oltre al 77% sostiene il fatto che il costo dei
danni da cambiamento climatico sia maggiore rispetto agli investimenti verso questo obbiettivo. Per finire
inoltre il 38% degli interlocutori si sente personalmente più esposto ai rischi o minacce ambientali.

In questo contesto l’UE è stato la prima a introdurre una serie di misure per il clima, oltre a possedere uno
dei quadri più completi al mondo per ridurre le emissioni. L’UE ha infatti obbiettivi vincolanti entro il 2030.
La valutazione della Commissione dei piani nazionali aggiornati per l’energia e il clima (PNEC), ha proposto
percorsi più chiari per arrivare all’obbiettivo del 2030. Molto sta facendo l’UE per stimolare innovazione e
transizione ecologica, pensiamo ad esempio al patto per l’industria pulita o al piano d’azione per l’energia a
prezzi accessibili. L’UE ha inoltre presentato, il 2 luglio scorso, una modifica al regolamento sulla neutralità
climatica 2050, introducendo la data intermedia del 2040 e una riduzione del 90% delle emissioni nette di
gas serra.


Per approfondire: Eurobarometro e cambiamenti climatici

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