Democrazia e prosperità  : le istituzioni UE e il dialogo interreligioso

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I presidenti delle tre istituzioni comunitarie hanno incontrato il 30 maggio scorso una ventina di autorevoli rappresentanti delle religioni cristiana, ebraica e islamica, nonchà© delle comunità   buddiste.
Tema dell’incontro la ricerca di efficaci modalità   per promuovere diritti e libertà   in vista di un partenariato per la democrazia e la prosperità   condivisa tra l’Europa e i Paesi vicini.
L’incontro, giunto alla sua settima edizione, si è celebrato in base a quanto disposto dal Trattato di Lisbona che all’art. 17 stabilisce che l’Unione deve mantenere «un dialogo aperto, trasparente e regolare» con le chiese e le comunità   religiose e di pensiero.
L’incontro riveste una particolare importanza oggi, mentre nei Paesi più vicini all’Europa si assiste ad eventi epocali che ricordano i processi di democratizzazione che nel 1989 cambiarono il quadro politico e la storia dell’Europa e del mondo.
àƒâ€ž- stato all’indomani di questi eventi che l’Alto Rappresentante per la Politica Estera e di sicurezza comune ha avviato un partenariato per la democrazia e la prosperità   condivisa con il Mediterraneo meridionale ribadendo più volte l’impegno UE per la tutela delle libertà   e dei diritti democratici anche al di là   dei confini del continente .
Secondo quanto dichiarato in occasione dell’incontro dal presidente della Commissione Europea Manuel Barroso è compito dell’Europa adoperarsi per promuovere la democrazia, il pluralismo lo Stato di diritto e la giustizia sociale non solo in Europa ma anche nei Paesi vicini.
«Questi obiettivi», ha spiegato Barroso, «non possono essere perseguiti senza un coinvolgimento attivo delle comunità   religiose e senza un impegno condiviso in favore della promozione dei diritti e delle libertà   e quindi anche della libertà   di culto».
Il presidente del Parlamento Europeo Jerzy Buzek ha sottolineato il ruolo fondamentale che le comunità   religiose hanno nel tessuto sociale europeo e, ricordando quanta importanza l’istituzione da lui presieduta abbia sempre dato alla libertà   di credo e di religione come diritto umano imprescindibile, ha invitato l’Unione a «collaborare sul campo con i gruppi religiosi su temi che vanno dall’istruzione all’assistenza sanitaria, fino alla ricostruzione del tessuto sociale alla fine di un conflitto». Così, ha concluso Buzek, «l’UE potrà   essere pienamente efficace nel quadro della Politica Europea di Vicinato»..
L’intervento del presidente del Consiglio Europeo Herman van Rompuy, è stato, infine, caratterizzato da un forte richiamo alla storia che nel mondo arabo «si è messa in moto» avviando una «lunga marcia verso la libertà   e la giustizia che sono i valori fondanti dei Trattati Europei».
«Noi Europei», ha proseguito Van Rompuy, «non dobbiamo proprio adesso diventare meno aperti, meno tolleranti, più egoisti, più materialisti, se non addirittura più razzisti», concludendo che se i valori non possono sopravvivere senza uno slancio spirituale ed etico, il ruolo dei leader religiosi riveste un’importanza fondamentale in un contesto in cui «nessuno detiene il monopolio dei grandi valori umani che danno un senso alla vita e alla società  ».

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