In Svezia il quinto Forum Sociale Europeo

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Con la partecipazione di almeno 8000 persone in rappresentanza di circa 850 organizzazioni sociali e sindacali, si è aperto a Malmoe (Svezia) il quinto Forum Sociale Europeo (FSE) che, con lo slogan «Un’altra Europa è possibile», darà   vita fino al 21 settembre a centinaia di incontri, assemblee, seminari ed eventi culturali.
Il comitato organizzatore, costituito da attivisti dei quattro Paesi scandinavi (Svezia, Danimarca, Norvegia e Finlandia), ha lavorato per più di un anno promuovendo incontri che hanno coinvolto esponenti di tutti i Paesi europei, compresi quelli dell’Europa centro-orientale. Durante il FSE le attività   saranno suddivise in 10 aree tematiche, che verranno approfondite in 250 seminari, workshop e assemblee.
Tra i temi principali del Forum quelli delle migrazioni e del razzismo (sui quali sarà   particolarmente impegnata la delegazione italiana dell’ARCI), che accomunano ormai vari Paesi europei con valenza di vera e propria emergenza culturale e politica in alcuni di essi. Le questioni ambientali, dai mutamenti climatici al proliferare del nucleare civile e militare, e l’attuale modello dell’Unione europea costituiscono temi importanti di dibattito e confronto. Così come quello del rafforzamento e dell’ampliamento della rete di alleanze fra associazioni, movimenti e sindacati a livello europeo e mondiale: un segnale significativo in questa direzione è dato dalla partecipazione numerosa e qualificata di esponenti dei movimenti democratici dei Paesi baltici e dell’est europeo, inclusi Russia, Georgia e Balcani.
Si registra poi una forte partecipazione dei sindacati europei, dato che il tema del lavoro, delle sue trasformazioni, della precarietà   e dell’attacco ai diritti ha assunto un rilievo particolare e va affrontato nella dimensione europea e internazionale.
Alcuni incontri sono dedicati allo stato del movimento altermondialista e al futuro del processo del Forum Sociale Mondiale (il prossimo si terrà   a Belem, in Amazzonia, nel 2009), mentre dovrebbe essere varata la Carta dell’Altra Europa.

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