La Commissione europea ha adottato ulteriori provvedimenti contro l’Italia intesi a ridurre l’impatto ambientale dell’acciaieria ILVA di Taranto, il più grande stabilimento siderurgico europeo.
Gli attuali provvedimenti arrivano dopo due lettere (settembre 2013 e aprile 2014), in cui Bruxelles aveva chiesto alle autorità italiane di adottare misure per assicurare che l’esercizio dell’impianto ILVA venisse messo in conformità con la direttiva sulle emissioni industriali e con altre norme UE in vigore in materia ambientale. La Commissione ha evidenziato che sebbene alcune carenze siano state risolte, sono state registrate più violazioni della direttiva sulle emissioni industriali. Il provvedimento riguarda: l’inosservanza delle condizioni stabilite nelle autorizzazioni, l’inadeguata gestione dei sottoprodotti e dei rifiuti, protezione e monitoraggio insufficienti del suolo e delle acque sotterranee. La Commissione concede all’Italia due mesi per rispondere.
Il problema che grava più di ogni altro è la mancata riduzione delle emissioni non controllate che nascono durante il processo di produzione dell’acciaio. Sempre secondo la direttiva di cui sopra, l’ILVA ha un’autorizzazione per svolgere la propria attività ma non rispetta le prescrizioni in diversi settori, di conseguenza l’impianto sprigiona dense nubi di particolato e di polveri industriali, con conseguenze gravi per la salute della popolazione locale e per l’ambiente circostante. Prove di laboratorio effettuate hanno evidenziato un forte inquinamento dell’aria, del suolo, delle acque di superficie e delle falde acquifere, sia sul sito dell’ILVA sia nelle zone vicine alla città di Taranto.
Già nel 2011 la Corte di Giustizia dell’Unione europea aveva condannato l’Italia in quanto non aveva rilasciato le dovute autorizzazioni relative alle emissioni industriali per diversi impianti tra i quali compariva anche quello dell’ILVA di Taranto. Il 4 agosto dello stesso anno, le autorità italiane hanno rilasciato all’ILVA l’autorizzazione integrata ambientale, aggiornata poi il 26 ottobre 2012 e il 14 marzo 2014. L’ultima autorizzazione, basata sulla direttiva sulle emissioni industriali, indica quali sono i parametri cui devono attenersi le attività industriali ad elevato tasso di inquinamento, fissando requisiti soprattutto per quanto concerne gli scarichi industriali. Le autorizzazioni vengono rilasciate solo se sono soddisfatte diverse condizioni ambientali, questo al fine di responsabilizzare di più le aziende sul tema della prevenzione e della riduzione dell’eventuale inquinamento dalle loro stesse provocato. L’autorizzazione garantisce l’applicazione delle misure di prevenzione dell’inquinamento più opportune e dispone il riciclaggio o lo smaltimento dei rifiuti nel modo meno inquinante possibile.