21 maggio: giornata mondiale della diversità culturale

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I tre quarti dei conflitti che segnano oggi il nostro Pianeta hanno una dimensione culturale: si combatte o si confligge per ragioni economiche o per l’accesso a beni rivali (le risorse naturali, le opportunità). Ma quando si comincia a combattere ci si dimentica del fatto che l’uomo è migrante e meticcio per natura, per storia e per diversità culturale, e si costruisce un nuovo terreno di scontro: si combatte l’”altro”, colui che è palesemente diverso da noi e si chiamano in campo elementi identitari (anche qui dimenticando, ad esempio,  che solo nella nostra lingua il vocabolo si presenta nella stessa forma al singolare e al plurale) arrivando addirittura ad usare disinvoltamente il termine “razza”, non applicabile al genere umano come ormai acclarato dalla scienza.

Proprio per non dimenticare che «la diversità culturale è una forza che può e deve guidare lo sviluppo umano» sia in termini di crescita economica sia nella direzione della crescita umana emotiva e spirituale, nel 2001 l’UNESCO ha adottato la “Dichiarazione Universale della diversità cultuale” e nel dicembre dell’anno successivo l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, nella Risoluzione 57/249 ha proclamato il 21 maggio “giornata mondiale per la diversità culturale, il dialogo e lo sviluppo”.

L’obiettivo dichiarato di questa proclamazione è l’istituzione di un appuntamento fisso per la sensibilizzazione dell’opinione pubblica mondiale sui quattro obiettivi della Convenzione sulla protezione e sulla promozione della diversità culturale (2005). Essi attengono ai sistemi di governance della cultura, alla mobilità di beni, servizi culturali e artisti, all’integrazione della dimensione culturale nel quadro dello sviluppo sostenibile e alla promozione dei diritti e delle libertà fondamentali.

Nel suo messaggio per le celebrazioni dell’edizione 2017 della Giornata, la direttrice generale UNESCO, Irina Bokova, ha fatto riferimento ai contesti di vita quotidiana dichiarando che «una classe scolastica caratterizzata dalla diversità culturale non è soltanto più inclusiva ma consente di raggiungere migliori risultati di apprendimento […] un luogo di lavoro in cui convivono diversità culturali non è soltanto innovativo ma è anche maggiormente produttivo». Ha poi fatto riferimento ad obiettivi di medio periodo, citando l’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile che «riconosce il ruolo della cultura come motore del cambiamento» e i cui 17 obiettivi non sono raggiungibili senza «il potenziale creativo della diversità culturale» e senza «un continuo investimento sul dialogo».

Manifestazioni celebrative della Giornata si sono svolte nelle principali città europee e mondiali. Per l’Italia un ruolo-guida è stato assunto dalla città di Firenze che ospita il Centro Unesco dove si è svolta una “tre giorni” sui temi dell’educazione alla pace e della diversità culturale.

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