L’Intelligenza Artificiale (IA) corre veloce, mentre lo sviluppo umano ha subito un rallentamento “senza precedenti”. Per ribaltare questa situazione il Rapporto sullo Sviluppo Umano 2025 del Programma delle Nazioni Unite per lo Sviluppo dal titolo “Una questione di scelta: persone e possibilità nell’era dell’Intelligenza Artificiale” propone di implementare l’uso dell’IA. Dopo i colpi inferti dalla pandemia e dalle crisi globali successive, l’indice di sviluppo umano (ISU) ha smesso di crescere. A fronte di un’IA sempre più sviluppata, la vera sfida non è la tecnologia in sé, ma le scelte che si mettono in atto e sui suoi utilizzi pratici.
D’altronde non è la tecnologia a determinare il futuro, ma le decisioni collettive su come essa viene progettata, regolata e integrata nella società avranno un forte impatto sulla società. L’IA, dunque, è uno specchio che riflette i nostri valori, i nostri squilibri e pregiudizi.
Nonostante i rischi, le opportunità sono enormi: il 66% delle persone nei paesi a ogni livello di sviluppo si aspetta di usare l’IA in ambiti come salute, educazione e lavoro entro un anno. Eppure, i benefici non sono distribuiti equamente. I paesi a basso ISU rischiano di essere esclusi sia dalla produzione sia dal consumo dell’IA, alimentando nuove disuguaglianze digitali e culturali.
Il documento propone tre aree di azione per un’IA al servizio delle persone: costruire un’economia della complementarità tra esseri umani e IA, incentivare l’innovazione con intenzionalità sociale e investire in competenze che contano, come il pensiero critico e la creatività. L’obiettivo non è sostituire le persone, ma potenziarle.
La posta in gioco è alta: se non guidata con lungimiranza, l’IA potrebbe rafforzare dinamiche di esclusione sociale, concentrazione del potere e sorveglianza. Ma se messa al servizio della giustizia sociale e dello sviluppo umano, può diventare una leva potente per ridurre le disuguaglianze e ampliare le libertà reali delle persone.
Per approfondire: Rapporto sullo sviluppo umano UNDP