“Non si tratta solo di migranti” – Rapporto Caritas e Migrantes 2019

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«Non si può ridurre la vita di una persona soltanto a un aspetto della sua esistenza, il fatto di essere in viaggio», in queste parole di Don Gianni De Robertis c’è il segno forte del messaggio che Caritas Italiana e Fondazione Migrantes hanno voluto affidare alla XXVIII edizione del loro “Rapporto Immigrazione” presentato, certamente non a caso, alla vigilia della centocinquesima giornata mondiale del migrante e del rifugiato (29 settembre 2019), in occasione della quale Papa Francesco ci invita ad evitare la «globalizzazione dell’indifferenza» e segnala con preoccupazione il clima diffuso in cui «i migranti, i rifugiati, gli sfollati e le vittime della tratta sono diventati emblema dell’esclusione perché, oltre ai disagi che la loro condizione di per sé comporta, sono spesso caricati di un giudizio negativo che li considera come causa dei mali sociali».

In piena sintonia con il messaggio e con la cifra stilistica del Papa, Caritas Italiana e Fondazione Migrantes – che hanno scelto come sede della presentazione la sobria chiesa di San Francesco Saverio del Caravita – hanno intitolato il Rapporto “Non si tratta solo di migranti”, frase anch’essa tratta dal messaggio del Pontefice in cui si legge: «interessandoci di loro [dei migranti ndr] ci interessiamo anche di noi, di tutti; prendendoci cura di loro, cresciamo tutti; ascoltando loro, diamo voce anche a quella parte di noi che forse teniamo nascosta perché oggi non è ben vista».

I dati contenuti nel Rapporto e le autorevoli riflessioni che li accompagnano (affidate a Liliana Segre, Massimo Cacciari e Mario Morcellini) sono argomenti forti offerti all’invito del Papa a «non avere paura» e a non lasciare che il nostro timore, legittimo se non ci si sente pronti all’incontro con chi è diverso, straniero, forestiero, diventi paura, chiusura, razzismo.

Il Rapporto cita dati di fonte ONU (2017) secondo i quali coloro che vivono in un Paese diverso da quello in cui sono nate sono 257,7 milioni e rappresentano il 3,4% della popolazione mondiale. A dire quanto il fatto di migrare non è un evento eccezionale ma una scelta di vita che non può essere vietata, proibita o ostacolata, si può citare un dato tendenziale: dal 2000 al 2017 il numero delle persone che hanno lasciato il proprio Paese di origine è aumentato del 49%.

In Europa risiede oggi il 30,2% dei migranti mondiali (solo in Asia ce ne sono di più con il 30,9) e i cittadini stranieri residenti nell’UE-28 sono 39,9 milioni (+3,5% rispetto al 2017). Il Paese che nel 2018 ospita più migranti è la Germania (9 milioni, anche se i flussi di entrata sono in forte riduzione), seguita da Regno Unito, Italia (al terzo posto)  e Francia.

I cittadini stranieri residenti in Italia sono 5.255.503 pari all’ 8,7% della popolazione residente, senza dimenticare che il dato comprende anche i cittadini di altri Paesi UE: la comunità romena è in assoluto la più numerosa con 1.206.938 pari al 25% degli stranieri residenti.

Inoltre, sottolineano gli autori del Rapporto, dal 2014 in Italia si è registrato un calo dei cittadini italiani presenti (-677.000) compensato dalle nuove acquisizioni di cittadinanza (638.000) e dai nuovi arrivi di cittadini stranieri (241.000).

I cittadini stranieri in età da lavoro sono 4.102.645 e il 65% di loro è occupato. Per i lavoratori stranieri il Rapporto evidenzia fenomeni di de-mansionamento, forte vulnerabilità (più alta incidenza di infortuni) e segregazione occupazionale nei settori dei servizi alla persona (26% di stranieri rispetto a 5% di italiani), dell’albergazione – ristorazione (10,6% rispetto a 5,9%) e delle costruzioni (9,6% rispetto a 5,5%).

Prosegue inoltre la crescita dell’imprenditoria straniera (forte in Lombardia e Lazio e in crescita in Campania) e continua ad essere cospicuo l’ammontare delle rimesse (6,2 miliardi) destinate prioritariamente in Bangladesh, primatista inedito in questa speciale classifica (11,8%) e Romania (11,6%).

La presenza straniera si traduce, per quanto riguarda le strutture famigliari, in aumento dei matrimoni con almeno uno dei coniugi straniero (+8.3% rispetto al 2016) che nella maggior parte dei casi (55,7%) è la donna. É invece in calo il numero di bambini nati da genitori entrambi stranieri (-3,7% rispetto al 2017) .

I bambini con cittadinanza non italiana nelle scuole sono 841.719 (9,7% della popolazione scolastica totale), in aumento di 16.000 unità rispetto all’anno scolastico 2017/2018, con un forte presenza di bambini nati i Italia (63,1% degli alunni con cittadinanza non italiana) e con un aumento, lento ma degno di grande attenzione, di Minori Stranieri Non Accompagnati (MSNA).

Un dato interessante per dare forza all’invito di Papa Francesco («Non abbiate paura») è quello relativo alle presenze straniere in carcere  che non solo non sono in aumento rispetto agli ultimi anni, ma  denotano anche, stando ai dati su imputazioni e condanne, una minore pericolosità dei rei stranieri che accedono meno facilmente a misure alternative al carcere e che, dentro le mura carcerarie, sono vittime di episodi di discriminazione e di odio etnico, nazionale, razziale e religioso.

Tali episodi e fenomeni, in crescita nella realtà carceraria e sempre più preoccupanti nel quotidiano, trovano nei social media e nella comunicazione odierna, una cassa di risonanza formidabile per fake news e hate speech.

Il Rapporto riporta dati di Amnesty International, secondo i quali, nella campagna elettorale 2018 «si sono registrati 787 commenti e dichiarazioni di incitamento all’odio, il 91% delle quali ha avuto come oggetto i migranti».

Per approfondire: il portale di Migrantes

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