Il Parlamento francese ha approvato una controversa legge sulla sorveglianza digitale dei cittadini con lo scopo di incrementare la sicurezza del Paese e di prevenire nuovi attacchi terroristici di matrice islamica. Il provvedimento è passato con voto favorevole dell’Assemblea nazionale e del Senato alla fine di giugno, consentendo alle Autorità francesi di monitorare le comunicazioni informatiche fra i privati qualora possano considerarsi una minaccia alla sicurezza nazionale.
Tali misure di prevenzione, il cui iter è stato accelerato dopo l’attentato di gennaio contro la sede del giornale satirico Charlie Hebdo, ritenute necessarie dal Governo, sono state aspramente criticate dalle organizzazioni per i diritti civili, che le hanno denunciate come una minaccia alla libertà individuale, a causa della superficialità delle loro disposizioni. Uno dei punti critici risulta la possibilità di monitoraggio delle comunicazioni digitali e dell’eventuale sorveglianza, qualora siano a rischio “gli interessi strategici della politica estera”.
Per questa ragione, il Parlamento europeo ha avviato una discussione riguardo la compatibilità di alcune parti del provvedimento con i Trattati e con la Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea grazie al lavoro della Commissione Libertà civili, giustizia e affari interni. Nel caso in cui fossero ravvisati dei sospetti di incompatibilità, la questione passerebbe nelle mani della Commissione europea.