Le ONG chiedono all’Ue maggior impegno nell’aiuto ai Paesi poveri

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Un collettivo di Organizzazioni non governative, riunitosi lunedì e martedì in Lussemburgo, lancia un appello all’Ue perchà© stanzi, da adesso al 2010, lo 0,7% del suo PIL in aiuto dei Paesi in via di sviluppo e si impegni nella lotta contro la povertà   con la cancellazione del debito. I rappresentanti delle ONG hanno anche sottolineato l’urgenza di intervento in favore di un commercio più equo che favorisca i Paesi in via di sviluppo.
Come era logico attendersi L’EAPN (rete europea delle associazioni di lotta contro la povertà   e l’esclusione sociale) reagisce quindi negativamente all’esclusione del tema della coesione sociale dalla revisione di metà   percorso della Strategia di Lisbona. Negare questa priorità   vuol dire rinunciare allo sradicamento della povertà   nell’Unione europea che attualmente colpisce circa 68 milioni di persone. Questa scelta restituisce l’immagine di una Ue a servizio del profitto piuttosto che delle persone e indifferente ai dati (4 milioni e mezzo di disoccupati, 10 milioni di lavoratori poveri) e alle necessità   più urgenti (riforme e protezione sociale).
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