“Cadrò, sognando di volare” di Fabio Genovesi

291

Mondadori – 2021 (pp. 298 – 13,50 Euro) ISBN 8804721960

Quanto si intrecci in questo libro la cronaca di fatti accaduti con la fervida immaginazione dell’Autore è difficile dire. Ma non è questo il problema: semmai quello di individuare l’asse portante di un romanzo che si muove in molte direzioni contemporaneamente. Con una costante: quella di andare oltre i confini, meglio ancora se volare.

Non si tratta solo di varcare confini fisici, piuttosto quelli del tempo con frequenti andate e ritorni tra passato e presente, il tutto trainato da un futuro da cercare senza sosta, senza fermarsi, perché bisogna salire in cima la montagna, costi quel che costi. Come accade ai campioni del ciclismo, come è capitato di volare a Marco Pantani, il Pirata, prima di schiantarsi in una camera d’albergo in quel di Rimini. Una realtà dolorosa che non annulla un sogno coltivato fin da bambino, perché sulle montagne del Giro d’Italia e del Tour de France quel sogno impossibile si è avverato.

Perché questo è il confine da varcare, tra quello che è realisticamente possibile e quello che appare a tutti impossibile. Ma non a chi ci crede, perché sperare non basta. E bisogna farlo in solitudine, a tu per tu con la propria disperazione di vivere e di vincere: solo così si può parlare di speranza. Il titolo del libro poteva essere “andare oltre i confini”, ma faceva troppa eco a un altro intrigante romanzo di Genovesi, quello de “Il mare dove non si tocca”. Là il protagonista era il mare e un ragazzo che vi si spingeva sempre più lontano, qui la montagna dove non si finisce mai di salire. E di soffrire.

Perché forse la vera protagonista dei romanzi di Genovesi è proprio la sofferenza, evocata a tratti con allegria, ma sempre di sofferenza si tratta. Non solo quella che alla fine dei sogni ha ucciso Marco Pantani, ma quella di tutti noi che non sappiamo bene dove andare, un po’ pieghiamo la testa e un po’ ci ribelliamo, compreso al vecchio prete, fuori dal tempo e dal mondo, che malmena il protagonista maschile della storia, che parla a una ragazzina che vive in un pollaio perché si considera una gallina e che, prima di sparire in mare, lascia un messaggio di speranza per chi resta a riva.

Ci sono libri che fa bene leggere anche, e forse più, nei tempi bui che viviamo: magari non sono (ancora) capolavori, ma sono preziosi perché raccontano, con una fantasia irrequieta e con sorprendente allegria, i faticosi sentieri che portano in alto, non solo il ciclista Pantani, ma quelli di noi che sognano di volare. Non importa se cadono sulle salite della vita come sulle rampe del Galibier o dei Pirenei. Perché si rialzeranno e continueranno a pedalare, al di là del possibile.

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here