Il 26 settembre è, dal 2001, la giornata dedicata alla celebrazione delle lingue europee: Commissione Europea e Consiglio d’Europa, organizzano congiuntamente la celebrazione per incoraggiare le persone di tutte le età ad imparare le lingue e celebrare la diversità culturale e linguistica.
In Europa si contano 23 lingue ufficiali (diventeranno 24 il prossimo anno con l’ingresso della Croazia) alle quali vanno sommate le lingue regionali o minoritarie parlate da 60 comunità autoctone e quelle usate dai cittadini originari di altri paesi e continenti (sono più di 175 le lingue dei migranti).
Per celebrare la Giornata europea delle lingue sono previsti eventi in tutta Europa: a Limassol (Cipro), la Commissione Europea ha organizzato un evento speciale che riunirà 400 delegati con l’intento di trovare nuovi strumenti per migliorare l’apprendimento delle lingue e per discutere del ruolo delle lingue in un mondo globalizzato. La conferenza, dal titolo “Multilinguismo in Europa”, si svolgerà nel 10° anniversario del Consiglio europeo di Barcellona del 2002, in cui i capi di Stato e di governo si erano pronunciati a favore dell’insegnamento di due lingue straniere sin dalla prima infanzia e per la messa a punto di un indicatore delle competenze linguistiche destinato a misurare i progressi compiuti nell’apprendimento delle lingue.
L’UE investe attualmente circa 1 miliardo di euro l’anno per promuovere le competenze linguistiche mediante iniziative quali il programma Erasmus, il programma Leonardo da Vinci (formazione professionale) e quello della Gioventù in azione (volontariato/lavoro giovanile), che permette di lavorare, studiare o svolgere attività di volontariato all’estero. Inoltre l’Ue investe altri 50 milioni di euro l’anno a sostegno di attività e progetti di tipo linguistico.
La Commissione Europea e il Consiglio d’Europa intendono sottoscrivere nel 2013 un accordo ufficiale di partenariato che rafforzi la loro cooperazione nel campo del multilinguismo e dell’apprendimento delle lingue in ambiti come la valutazione, il riconoscimento delle qualifiche, lo scambio di esperienze e di dati, gli strumenti basati sulle TIC, l’istruzione nella lingua del paese ospitante per migranti adulti e nella lingua principale di istruzione per i minori di famiglie migranti.
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