Nell’UE i nuovi pensionati superano i nuovi lavoratori

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Quest’anno nell’UE i nuovi pensionati saranno circa 200.000 in più dei nuovi lavoratori, una tendenza destinata ad aumentare costantemente e in modo preoccupante nei prossimi anni: si prevede che nel 2030 i nuovi pensionati supereranno addirittura di 8,3 milioni i nuovi lavoratori.
àˆ quanto emerge da uno studio realizzato dall’ufficio studi del gruppo Allianz, basato su dati Eurostat, e citato dal quotidiano italiano «Il Sole 24 Ore», secondo cui si è alle prese con «un punto di svolta per il mercato del lavoro dell’Unione Europea». Il problema non riguarda solo l’UE ma anche altri Paesi alle prese con processi di invecchiamento della popolazione, quali attualmente il Giappone e in prospettiva futura la Russia, il Canada, la Corea del Sud e addirittura la Cina. Negli USA, invece, la popolazione attiva è in costante crescita sia grazie all’immigrazione sia perchà© dal 1980 è aumentato il tasso di natalità  .
Secondo lo studio, la sola immigrazione non puಠrisolvere tale squilibrio perchà© in certi Paesi il numero di lavoratori stranieri necessario sarebbe così elevato da creare inevitabili problemi di integrazione. La sfida per i prossimi anni è invece quella di «adeguare i termini e le condizioni del mercato del lavoro alle esigenze di una popolazione anziana» osserva lo studio, secondo cui l’UE dovrà   aumentare sensibilmente la percentuale di persone tra i 60 e i 64 anni ancora in attività   e che rinviano il momento della pensione, puntando ad esempio al 63% raggiunto dalla Svezia a differenza di quanto avviene in Ungheria (13,3%), Francia (17%), Polonia (20%) e Italia (21%). «L’obiettivo è creare il giusto clima nel mercato del lavoro e l’UE potrebbe giocare un ruolo da apripista ed essere un modello» sottolineano gli autori dello studio.

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