Presidenza spagnola, verso le nuove regole

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Comincia con l’inizio del 2010 il turno spagnolo di presidenza dell’UE, che durerà   fino al 30 giugno. Si tratta perಠdi un semestre particolare in quanto, con l’entrata in vigore del Trattato di Lisbona, sono cambiate le regole e Madrid dovrà   sperimentare il nuovo assetto istituzionale europeo.
Così, il premier Josè Luis Zapatero dovrà   cedere la leadership al presidente stabile dell’UE, il belga Herman Van Rompuy, in carica per i prossimi due anni e mezzo; sarà   Van Rompuy a presiedere le riunioni del Consiglio a cui potrà   invitare Zapatero, se necessario.
Il premier iberico farà   comunque gli onori di casa ai Vertici che si terranno a Madrid e alle riunioni ospitate dalle altre città   spagnole.
La presidenza di turno dovrà   coordinare la sua agenda sia con il presidente stabile Van Rompuy sia con l’Alto rappresentante per la politica estera Catherine Ashton, e si prefigge l’obiettivo di «facilitare l’entrata in vigore del nuovo assetto», come ha dichiarato il ministro degli Esteri spagnolo Miguel Angel Moratinos.
«Ho assicurato a Van Rompuy tutto il sostegno della Spagna. Abbiamo valutato insieme il modo migliore per instaurare una collaborazione effettiva» ha ribadito Zapatero presentando il semestre spagnolo a Madrid, sottolineando come sia un’assoluta priorità   «progredire in modo decisivo con il nuovo quadro istituzionale creato dal Trattato di Lisbona per portare avanti il progetto di una nuova Europa».
Il ministro degli Esteri spagnolo, Moratinos, ha poi fissato obiettivi molto ambiziosi per quanto riguarda il ruolo dell’Europa nel mondo e il processo di allargamento dell’UE, che si deve estendere ai Balcani occidentali: «Il 2010 deve essere un anno di pace» ha dichiarato.
In primo piano, nell’agenda spagnola, la pace in Medio Oriente e la risoluzione possibilmente entro il 2010 del conflitto israelo-palestinese. In proposito Moratinos ha sottolineato «la necessità   della creazione di uno Stato palestinese, il prima possibile». A tal fine è stato annunciato un impegno comune con l’Alto rappresentante Ashton per il rilancio del Quartetto per il Medio Oriente (composto da UE, USA, Russia e ONU) e per la ripresa dei negoziati.
L’UE dovrebbe poi giocare un ruolo determinante «in tutti i settori, politico, economico, istituzionale e di sicurezza». La Spagna ambisce a coinvolgere nel processo di pace anche i Paesi arabi e cercherà   di sfruttare in tal senso l’incontro UE-Paesi del Golfo che si terrà   durante il suo semestre di presidenza.
Restano poi sul tavolo della presidenza spagnola le questioni dell’uscita dalla crisi dell’UE e della definizione dei nuovi obiettivi di crescita e occupazione attraverso la Strategia europea per il 2020, che sostituirà   quella di Lisbona.
Per realizzare il suo ambizioso programma, il governo spagnolo si è dato, oltre ai canonici sei mesi di tempo, anche un budget di circa 86 milioni di euro per la realizzazione di oltre 300 incontri europei in varie città   spagnole, quali Madrid, Siviglia, Toledo, Malaga, San Sebastian, e che «rafforzeranno l’immagine della Spagna nel mondo».

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