Riportiamo di seguito un estratto della dichiarazione rilasciata dal Presidente Mattarella in occasione della riunione del Consiglio Direttivo della BCE.
“Signora Presidente della Banca Centrale Europea, Signor Governatore della Banca d’Italia, Signori membri del Consiglio Direttivo, Signore e Signori, sono lieto di essere qui con voi questa sera e di potervi incontrare in questa splendida città centro di arte e di scienze, parte essenziale della nostra storia europea.
L’euro – insieme alla Banca Centrale Europea che ne tutela la stabilità – è uno dei simboli più tangibili e avanzati del processo di integrazione del nostro continente avviato quasi settanta anni fa, con i Trattati di Roma.
Il passaggio alla moneta unica – oltre venticinque anni addietro – rappresentò un grande e decisivo passo in avanti, frutto di coraggio e di visione.
Oggi non possono esservi dubbi che quel coraggio e quella visione siano stati premiati. Ne sono consapevoli i cittadini dei Paesi europei che vi hanno aderito, hanno visto tutelato il potere di acquisto dei loro redditi e dei loro risparmi. Lo avvertono le rispettive economie, in grado contare su una valuta affidabile e riconosciuta a livello internazionale.
La BCE ha assolto con successo il proprio mandato, anche nei momenti difficili, operando con indipendenza, con senso di responsabilità, con riconosciuta integrità, al servizio dei cittadini europei.
Desidero esprimere convinto apprezzamento a Lei, Presidente Lagarde, e a tutti i componenti del Consiglio direttivo per la grande competenza e la determinazione con cui avete affrontato, negli ultimi anni, sfide di complessità straordinaria: la pandemia, lo shock energetico seguito alla sciagurata aggressione russa all’Ucraina, il repentino rialzo dell’inflazione, oggi riassorbito.
Si tratta di meriti di un’istituzione che ha saputo consolidarsi nel tempo, attrarre talenti da tutta l’Europa – un importante esempio delle potenzialità che nascono dal comune impegno di persone di diverse esperienze e culture per perseguire un obiettivo condiviso.
Il mondo è profondamente cambiato da quando la BCE ha iniziato a operare, nel 1998, succedendo all’Istituto Monetario Europeo.
Oggi siamo di fronte a trasformazioni che trent’anni fa sarebbero state impensabili.
L’emergere di nuove potenze globali, i conflitti, le tensioni geopolitiche e, più recentemente, le dispute commerciali, stanno scuotendo l’ordine internazionale.
Così come il tentativo di minare la tenuta del prezioso sistema multilaterale che, pazientemente disegnato e consolidato dopo la seconda guerra mondiale, ha consentito di affrontare e sovente risolvere numerose crisi. Sistema che va rielaborato per adeguarlo alle mutate condizioni sviluppatesi nel mondo in questi ottanta anni ma che va assolutamente salvaguardato.
Ne deriva un diffuso senso di incertezza e anche di insicurezza, anche nei Paesi occidentali, che può condurre a scelte errate e porre a rischio valori che consideravamo acquisiti.
L’Europa ha compiuto passi importanti in questi anni, ma essi oggi appaiono insufficienti rispetto alla portata dei mutamenti in atto.
Permane, ad esempio, quella che un mio illustre predecessore, Carlo Azeglio Ciampi, definì una condizione di “zoppìa” dell’Unione: l’evidente asimmetria tra la moneta unica e una politica economica e fiscale ancora frammentata.
La BCE, unica tra le grandi banche centrali, opera in un contesto in cui agiscono venti diversi Stati – presto ventuno – con altrettante politiche di bilancio, con normative non pienamente armonizzate, con mercati finanziari tuttora confinati in ambiti nazionali.
Persistono difficoltà, nell’Unione, nel mettere a fattor comune le iniziative su materie strategiche come le politiche estera e di difesa; così come gli investimenti in infrastrutture e innovazione.
La carenza di un’azione comune adeguata indebolisce tutti: si traduce in una minore capacità di rispondere alle necessità dei cittadini e in una progressiva perdita di rilevanza sul piano internazionale.
Non possiamo permettercelo.
L’Europa dispone di risorse umane e materiali straordinarie, ampiamente consistenti e di grande qualità. Ha le carte in regola per restare protagonista e competitiva, potendo così garantire un futuro di benessere ai suoi cittadini.
Ha sviluppato meccanismi di protezione sociale che assicurano cure e assistenza sanitaria, tutelando le persone dalle avversità economiche. Rimane un baluardo della democrazia, delle libertà fondamentali, dello Stato di diritto; e ha il dovere di contribuire allo sviluppo di un ordine internazionale fondato sulla pace e sulla dignità delle persone.
Non va ignorato come l’Unione stia tuttora operando in questa direzione con l’ampliamento e lo sviluppo di una rete di libero scambio commerciale con grandi aree nel mondo, dal Nord America all’America Latina, all’Asia. Facendo sorgere, in tal modo, interessi comuni e obiettivi condivisi, la base cioè più solida per la pace, come la storia insegna.
Occorre ritrovare lo slancio e il coraggio che animarono i grandi passaggi istituzionali del processo di integrazione europea fino all’adozione della moneta unica.
È urgente accelerare.
Gli strumenti sono ben noti, ne hanno parlato, Presidente Lagarde, anche Giovanni de’ Medici e Machiavelli, nel colloquio immaginario che lei ha raffigurato. Occorre realizzarli con determinazione e in tempi certi, per accrescere l’integrazione politica ed economica del continente, che consenta ai suoi Paesi membri di tornare a crescere e guardare al futuro con rinnovata fiducia di poter essere protagonisti della vita internazionale.
La politica monetaria per la stabilità dei prezzi rientra nella vostra competenza, nella comprensione della complessità del contesto in cui si inserisce.
Non a caso avete ritenuto che costituisca parte della vostra missione far sì che l’Eurosistema tenga pienamente conto, nelle sue strategie, delle implicazioni dei cambiamenti climatici e della transizione in materia energetica.
Si tratta di temi di grande rilievo.
Dal vostro osservatorio, avete piena consapevolezza della esigenza di agire con decisione e con tempestività, così come di far sì che questa consapevolezza si diffonda tra governi, istituzioni e pubblica opinione.
Mi permetto di esprimere la convinzione che continuerete a farlo, consapevoli del contributo che la vostra azione reca alla causa dell’Europa e a quella di un ordinamento internazionale più equo e sostenibile.
Vi ringrazio e vi auguro buon lavoro.”
Firenze, 29/10/2025 (II mandato)
Per il discorso integrale: https://www.quirinale.it/elementi/133293













