Gli strumenti dell’UE in favore delle vittime di crisi, di emergenze e di catastrofi naturali

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Nel contesto contemporaneo, in cui le emergenze assumono frequentemente intensità e caratteri tali da richiedere interventi che superino la dimensione nazionale, l’Unione Europea si è dotata di strumenti di assistenza in grado di far fronte alle situazioni di crisi sin dai primi stadi delle stesse.

L’assistenza immediata è garantita dall’EU Civil Protection Mechanism, un sistema di coordinamento tra i corpi di protezione civile europei, facente capo ad un unico nucleo direzionale, l’Emergency Response Coordination Centre (ERCC). Introdotto nel 2001, il meccanismo permette di mobilitare tempestivamente, su richiesta dello Stato colpito dalla calamità, i mezzi messi a disposizione dai Paesi membri, garantendo un’efficace allocazione delle risorse necessarie a fronteggiare le prime fasi delle operazioni di soccorso.

Superata la fase emergenziale, l’intervento dell’Unione si concentra sul piano finanziario, garantendo ai Paesi membri le risorse necessarie a sostenere gli ingenti costi del “disaster management”: al Fondo europeo di solidarietà spetta il compito di fornire finanziamenti immediati per il ripristino delle infrastrutture essenziali e la creazione di abitazioni temporanee per gli sfollati; alla ricostruzione sul lungo periodo è invece preposto, dal luglio 2017, il Fondo europeo di sviluppo regionale, attingendo dal quale gli Stati possono ottenere cofinanziamenti per un importo pari al 95% delle spese previste.

Al supporto alla ricostruzione sono destinati anche i nuovi Corpi europei di solidarietà, formati da centinaia di giovani selezionati da tutta Europa: 230 di loro forniranno assistenza alle popolazioni dell’Italia centrale colpite dai sismi, contribuendo al recupero degli edifici storici e ad attività volte alla rinascita della vita di comunità.

Il sistema europeo di risposta alle emergenze è preposto ad operare anche al di fuori dei confini dell’Unione, attraverso operazioni di soccorso immediato sul campo (in occasione del terremoto che ha colpito il Nepal, dell’epidemia di ebola in Africa occidentale e dell’uragano ad Haiti, per citare alcuni dei teatri più significativi) e supportando la ricostruzione coi volontari del progetto EU Aid Volunteers.

Occupano un capitolo a parte gli strumenti introdotti dalla Commissione per far fronte al massiccio flusso di rifugiati diretti nei Paesi dell’Unione. Ingenti quantità di risorse finanziarie sono state messe a disposizione degli Stati membri attraverso il Fondo di aiuti europeo agli indigenti (FEAD), il Fondo asilo, migrazione e integrazione (FAMI), il Fondo per la sicurezza interna (ISF) e il Programma di azione comunitaria in materia di salute. A questi è stato affiancato, dal 2016, il Programma di sostegno di emergenza alla sistemazione e integrazione (ESTIA), per il quale sono stati stanziati 700 milioni di € destinati a fornire aiuti di prima necessità ai rifugiati (principalmente in Grecia, a lungo tra i principali Paesi di approdo).

La politica europea di aiuto ai rifugiati si estende altresì al di fuori dei confini dell’UE: nel solo anno 2016, la Commissione ha stanziato 2.1 miliardi di € per aiuti umanitari, destinati alle operazioni dell’ONU e della Croce Rossa Internazionale in contesti di crisi, primo fra tutti quello siriano. Alle risorse destinate a fronteggiare le emergenze umanitarie si sommano i 75.5 miliardi di € erogati nello stesso anno, dall’UE e dai suoi membri, per progetti di sviluppo sostenibile nelle aree più povere del mondo, finalizzati ad apportare significativi miglioramenti alle condizioni di vita delle popolazioni locali.

 

Per approfondimento: fact sheet – Commissione

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