Una nuova minaccia incombe sullo Stato di diritto in Polonia: attivata la procedura di infrazione

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A inizio luglio la Commissione ha inviato una lettera di messa in mora al Governo polacco, a causa della legge adottata in tema di Corte suprema

Il primo passo verso la procedura di infrazione è la lettera di costituzione in mora che consiste in una richiesta di informazioni che la Commissione europea, in veste di custode dei trattati, rivolge allo Stato che si assume aver violato l’acquis comunitario.  Generalmente, lo Stato interessato ha tempo due mesi per fornire spiegazioni sui fatti posti a fondamento del sollecito.

La procedura può continuare con una richiesta formale, cd. parere motivato, nella quale la Commissione chiede ulteriori spiegazioni: previa la possibilità di replica dello Stato membro interessato  e constata la persistenza della violazione del diritto comunitario, la Commissione può adire la Corte di Giustizia.

Nel caso di specie, la Polonia è accusata di aver violato lo Stato di diritto, uno dei valori fondanti il diritto comunitario.

Ormai da inizio gennaio 2016 gli eventi succedutisi in Polonia hanno indotto la Commissione ad imbastire dei dialoghi al fine di verificare il rispetto del quadro dello Stato di diritto.

In conseguenza di ciò, il 29 luglio dello scorso anno, la Commissione ha attivato la procedura di infrazione contro la Polonia con riferimento all’età pensionabile dei giudici della Corte suprema polacca e a fine dicembre è stata adita la Corte di Giustizia.

Nel medesimo giorno, la Commissione ha attivato per la prima volta l’art. 7 del TFUE, ovvero ha attivato una procedura d’infrazione che richiede altresì il parere al Consiglio europeo nel caso in cui sussista un evidente rischio di violazione grave dello Stato di diritto.

L’oggetto della procedura di infrazione è, ancora, l’abbassamento del pensionamento dei giudici da 70 a 65 anni: risulta urgente attivare la procedura di infrazione perché tale legge manderebbe in pensione anticipata e d’ufficio a breve 27 dei 72 giudici. Ai giudici è data la possibilità di rivolgere richiesta di proroga al Presidente della repubblica, il quale può discrezionalmente concederla o meno, per un triennio; inoltre manca la possibilità di appello nei confronti della decisione.

Posto che già l’elezione dei giudici (eletti dal Parlamento) solleva delle criticità in tema di indipendenza della magistratura, l’adozione di questa legge si pone in assoluto contrasto rispetto ad uno dei principi primi dello Stato di diritto che è, per l’appunto, l’indipendenza del corpo giudicante.

Siccome nel corso dell’audizione della Polonia, essa non ha manifestato l’intenzione di adottare misure di correzione del proprio operato, la Commissione ha incaricato il Primo vicepresidente della Commissione di avviare la procedura di infrazione.

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1 COMMENTO

  1. […] Come abbiamo già avuto modo di evidenziare, la Polonia è stata dapprima destinataria di una lettera di costituzione in mora e poi di un parere motivato da parte della Commissione europea per avere adottato una legge che, modificando l’età pensionabile dei magistrati della Corte Suprema polacca, mina l’indipendenza dello stesso corpo giudicante: con l’adozione di questa legge infatti 27 dei 72 giudici componenti il Collegio sarebbero mandati in pensione, dovendosi così ricorrere ad elezioni di nuovi giudici (si ricorda che la loro elezione è di tipo parlamentare, sulle cui procedure molti dubbi di costituzionalità incombono). […]

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