Tre nuove iniziative dei cittadini europei registrate dalla Commissione

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La Commissione europea ha recentemente provveduto alla registrazione di tre nuove iniziative dei cittadini europei (ICE), gli strumenti giuridici mediante i quali i cittadini europei possono invitare la Commissione medesima a presentare atti legislativi nei settori di sua competenza.

  • Combattere la corruzione in Europa alla radice, tagliando i fondi ai paesi con un sistema giudiziario inefficiente dopo il termine previsto: i promotori propongono, dopo un termine irrevocabile di 10 anni dall’adesione, l’introduzione di un meccanismo per il quale i Paesi di recente adesione, laddove dotati di un sistema giudiziario non pienamente rispondente ai criteri di efficienza e trasparenza richiesti dall’Unione, vedano automaticamente decurtati i versamenti provenienti dai fondi strutturali e di coesione. Tale meccanismo rimarrebbe applicabile fino a quando il  sistema giudiziario in questione non sarà più sottoposto alla sorveglianza e al controllo.   
  • Azioni in materia di emergenza climatica: attraverso questa ICE si richiede, in linea con gli Accordi di Parigi,  l’adozione di misure più ambiziose nel settore della lotta ai cambiamenti climatici :  riduzione dell’80% delle emissioni di gas serra entro  il 2030 e  l’azzeramento delle emissioni nette entro il quinquennio successivo. E’ richiesto inoltre un’adeguato impegno finanziario per il clima.
  • “Salviamo api e agricoltori! Verso un’agricoltura favorevole alle api per un ambiente sano”: i promotori chiedono l’adozione di provvedimenti interdittivi dell’uso di pesticidi sintetici idonee a ridurne l’utilizzo dell’80% entro il 2030, per giungere all’abolizione completa entro il successivo quinquennio. Parallelamente, sollecitano l’adozione di misure di sostegno agli agricoltori nella transizione verso la coltivazione a pesticidi-zero, e iniziative volte al ripristino della biodiversità naturale.

Una quarta iniziativa, “Garantire la conformità della politica commerciale comune con i trattati dell’UE e con il diritto internazionale”, che proponeva limitazioni all’ingresso nell’Ue di prodotti provenienti da soggetti aventi sede in Paesi occupanti e basati o operanti in territori occupati, non è stata ritenuta ammissibile in quanto l’adozione di simili misure esula dalle competenze della Commissione europea: trattasi, infatti, di provvedimenti che il Consiglio potrebbe adottare sulla base dell’art.215 del TFUE (Trattato sul funzionamento dell’Unione Europea) in materia di misure restrittive.

Per approfondire: il comunicato della Commissione, un bilancio dell’ICE nei primi sei anni di funzionamento

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