L’Europa si dota di supercomputer per la ricerca e l’innovazione

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Nell’ambito del programma Europa Digitale è stato approvato dal Consiglio dei ministri un regolamento volto ad istituire l’impresa comune europea per il calcolo ad alte prestazioni (EuroHPC).

L’obiettivo è quello di dotare l’Unione Europea di una competitiva infrastruttura di supercomputer (chiamati High-Performance Computing – HPC) per favorire l’innovazione e la ricerca. La prima tranche di investimenti prevista ammonta a un miliardo di euro proveniente in parte dal bilancio comunitario e in parte dagli Stati membri aderenti tra cui l’Italia. A lungo termine, la Commissione europea ha proposto un investimento di 2,7 miliardi di Euro, da iscrivere nel quadro finanziario per il periodo 2021-2027.

I fondi iniziali verranno impiegati principalmente per due scopi: acquistare almeno due supercomputer che permetteranno all’Unione Europea di segnare un importante passo avanti in campo tecnologico, portandola ai primi posti della classifica mondiale insieme a Stati Uniti, Cina, Giappone, Svizzera e allo stesso tempo incoraggiare l’istituzione di una rete europea di cooperazione fra attori privati e pubblici affinché le risorse di supercalcolo possano essere accessibili ad un numero elevato di utenti, comprese le piccole e medie imprese.

Grazie a questa iniziativa sarà possibile effettuare elaborazione di dati e simulazioni di modelli che richiedono intense capacità di calcolo sia in campo scientifico che industriale ad oggi irrealizzabili.
Sono sempre più numerosi gli ambiti di ricerca e utilizzo dove è necessario utilizzare questi potenti calcolatori, ne sono alcuni esempi l’analisi di modelli per interpretare e progettare le città del futuro, lo studio dei dati relativi ai cambiamenti climatici, il controllo e la prevenzione di minacce informatiche, la comprensione di malattie genetiche.
Ad oggi i paesi aderenti al programma sono i seguenti: Austria, Belgio, Bulgaria, Croazia, Danimarca, Estonia, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Irlanda, Italia, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Paesi Bassi, Polonia, Portogallo, Norvegia, Repubblica ceca, Romania, Slovacchia, Slovenia, Spagna e Ungheria.

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