L’UE «prende atto» dell’indipendenza proclamata dal Kosovo ma lascia a ciascuno Stato membro la facoltà di decidere quali relazioni bilaterali stabilire, questo il compromesso raggiunto dai ministri degli Esteri dell’Ue riuniti a Bruxelles.
Di fronte alla generale tendenza favorevole ma anche alla ferma opposizione di Spagna, Grecia, Romania, Bulgaria, Slovacchia e Cipro a riconoscere la proclamazione unilaterale espressa ieri dal parlamento kosovaro, la presidenza slovena di turno è dunque riuscita a trovare un minimo comun denominatore con una posizione comune quasi neutrale e lasciando poi libertà agli Stati membri di decidere come procedere. Germania, Francia, Regno Unito, Italia, Danimarca e Finlandia hanno già espresso la volontà di riconoscere l’indipendenza del Kosovo in tempi brevi, perchà© considerano inevitabile l’esito del processo, ma varie fonti ritengono che la maggior parte dei Paesi dell’UE dovrebbe riconoscere il Kosovo entro un mese al massimo.
L’UE sottolinea comunque l’unità degli Stati membri sull’importanza del percorso europeo di tutti i Balcani occidentali, invitando la Serbia a «guardare con coraggio al futuro e al ruolo chiave che puಠsvolgere nei Balcani» ha sottolinato il ministro degli Esteri italiano, Massimo D’Alema. A Belgrado, perà², il Parlamento serbo ha dichiarato «nullo» l’atto unilaterale del Kosovo accusando le autorità di Pristina di aver organizzato «la proclamazione di un falso Stato su territorio serbo».
Mentre gli USA hanno formalmente riconosciuto il Kosovo «come Stato sovrano e indipendente» e si felicitano con il popolo del Kosovo «in questa occasione storica», la Russia considera invece la proclamazione kosovara una violazione del principio fondamentale dell’integrità territoriale degli Stati. Secondo le autorità di Mosca si tratta di un «precedente pericoloso», mentre «solo la miopia politica impedisce di vedere che il separatismo del Kosovo diventerà una miccia che incendierà molti conflitti latenti sia in Europa che in altre regioni del mondo». Il pensiero va naturalmente alle enclave russe in Georgia e Moldavia. La posizione della Russia è condivisa dalla Cina, che ha criticato la decisione unilaterale del Kosovo in quanto «contraria alla legalità internazionale», ma probabilmente pensando ai problemi interni rappresentati da Taiwan e dalle spinte indipendentiste della regione nord-occidentale dello Xinjiang, senza dimenticare il Tibet.
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Nel comunicato-stampa emesso dalla Presidenza slovena dopo la riunione del Consiglio del 18 febbraio leggo : “L’Unione europea ha ancora una volta superato con successo un test di politica estera, dimostrando la sua unità e adottando una posizione comune sui recenti sviluppi in Kosovo” e mi chiedo: ma il Presidente sloveno Rupel stava per caso presenziando a un altro Consiglio?