Giovani europei tra speranza e disperazione: un Rapporto di Caritas Europa

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Si intitola “Europe’s youth – Between hope and dispair” giovani europei tra speranza e disperazione la pubblicazione curata da Caritas Europa in cui sono raccolti dati qualitativi rilevati in 16 Paesi (Austria, Belgio, Bulgaria, Cipro, Repubblica Ceca, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Irlanda, Italia, Lussemburgo, Malta, Portogallo, Romania e Regno Unito) facendo riferimento ai giovani intercettati dai servizi Caritas.

Dal Rapporto emerge un quadro «allarmante»: tra i giovani si diffonde un forte «sentimento di ingiustizia intergenerazionale» e sembra essersi rotta la promessa di un’Europa capace di garantire a tutti pari opportunità, superando le disparità regionali.

Le conseguenze della crisi finanziaria del 2008 hanno colpito più duramente alcuni gruppi di giovani (appartenenti a minoranze, rifugiati, giovani con un solo genitore, ragazzi appartenenti a minoranze etniche e giovani con disabilità).

Benché si registrino forti disparità regionali e nazionali, gli Autori del Rapporto, sottolineano come l’impoverimento dei giovani consista soprattutto in una erosione dei diritti sociali e in una limitazione della loro esigibilità.

Ad essere a rischio sono in particolare il diritto alla casa, quello all’educazione e quello al lavoro. Per i giovani, sottolinea Caritas Europa, non avere accesso alla casa, significa sicuramente ritardare l’ingresso nell’età adulta e, nel peggiore dei casi, essere più esposti al rischio di homelessness (efficace termine inglese che indica la condizione di persona senza dimora).

In tema di educazione di qualità, Caritas Europa sottolinea due priorità: da un lato la prevenzione dell’abbandono scolastico e dall’altro la diffusione nei sistemi scolastici del concetto e della pratica di «seconda opportunità».

Altra grande questione affrontata dal Rapporto è quella del lavoro: i giovani sembrano intrappolati nella non occupazione o, laddove l’occupazione giovanile riprende a crescere, vittima di processi di precarizzazione e di frammentazione del mercato del lavoro tali per cui, anche coloro che lavorano non hanno reddito sufficiente per pensare di costruire una famiglia.

Per identificare questo segmento di popolazione Caritas Europa crea l’acronimo SINKies” (Single Income, No Kids): sono giovani coppie in cui entrambi i partner hanno un lavoro ma che mettono insieme l’equivalente di un «singolo reddito dignitoso».

Gli elementi fin qui descritti fanno emergere un quadro in cui la mobilità sociale risulta fortemente compromessa, al punto che la condizione di povertà o deprivazione dei genitori assume quasi valore predittivo rispetto alla situazione dei figli.

Sempre più elevato, sostiene il Rapporto, è il rischio di trasmissione intergenerazionale della povertà e ciò non solo mette a rischio i sistemi di Welfare e di protezione sociale, ma mina le fondamenta politiche e sociali del cammino dell’integrazione europea.

Conciliazione dei tempi di vita e di lavoro, servizi di cura dell’infanzia potenziati e maggiormente diffusi, integrazione dei migranti e investimenti (social impact bond) a sostegno dei sistemi di protezione sociale e della coesione sono, secondo Caritas Europa, le priorità su cui lavorare per evitare che la povertà tra i giovani diventi un fenomeno inestirpabile.

In questo senso, concludono gli Autori del Rapporto, rivolgendosi a istituzioni Ue e Stati membri, vanno accolte favorevolmente iniziative UE a favore dell’occupazione giovanile (che però fino ad ora si sono rivelate poco efficaci nel raggiungere i gruppi più marginali e nel rafforzare le competenze in maniera duratura) e ancora di più il “pilastro dei diritti sociali” che, sostiene Caritas Europa, dovrebbe essere rafforzato fino a diventare una vera e propria «Costituzione sociale dell’Europa».

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