Diritti umani: il Consiglio d’Europa critica l’Italia

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«L’Italia deve porre fine alla discriminazione e alla xenofobia e migliorare la propria politica in materia di immigrazione» scrive il commissario per i diritti umani del Consiglio d’Europa, Thomas Hammarberg, nel suo Rapporto basato sul monitoraggio svolto in Italia tra il 2008 e l’inizio del 2009.
Secondo il commissario, infatti, «nonostante siano stati compiuti degli sforzi, permangono preoccupazioni per quanto riguarda la situazione dei rom, le politiche e le pratiche in materia di immigrazione e il mancato rispetto dei provvedimenti provvisori vincolanti richiesti dalla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo».
Hammarberg ritiene che le autorità   «dovrebbero condannare più fermamente ogni manifestazione di razzismo o di intolleranza e garantire l’effettiva applicazione della legislazione anti-discriminazione», così come dovrebbe essere istituito un organismo nazionale indipendente (mediatore) per rafforzare la tutela dei diritti umani e potrebbe essere utile aumentare il numero di rappresentanti dei gruppi etnici in seno alle forze di polizia italiane.
Esprimendo preoccupazione per la situazione dei rom, perchà© «permane nei loro confronti un clima di intolleranza» e le loro condizioni di vita sono «tuttora inaccettabili» in molti campi visitati, il commissario critica l’opportunità   di effettuare un censimento nei campi rom e sinti e si dichiara preoccupato per la sua «compatibilità   con le norme europee che disciplinano la raccolta e il trattamento di dati a carattere personale».
Nel suo Rapporto, Hammarberg ribadisce le proprie critiche sul disegno di legge sulla sicurezza pubblica, che rischia di avere effetti negativi sui diritti degli immigrati. «La criminalizzazione degli immigrati è una misura sproporzionata, che potrebbe avere l’effetto di acuire le tendenze discriminatorie e xenofobe che già   si manifestano nel Paese», mentre la recente disposizione adottata dal Senato italiano, che consente al personale medico di segnalare alla polizia gli immigrati irregolari che si rivolgono al sistema sanitario, «è profondamente ingiusta e potrebbe portare a una loro maggiore emarginazione» osserva il commissario del Consiglio d’Europa, rilevando anche come l’Italia non abbia provveduto ad applicare le misure provvisorie vincolanti richieste dalla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo per porre fine alle espulsioni in Tunisia (dove gli espulsi rischiavano la tortura), «compromettendo in tal modo gravemente l’efficacia del sistema europeo di protezione dei diritti umani».

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