Come cambia la distribuzione dei seggi in Parlamento dopo Brexit

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3 nuovi rappresentanti per l’Italia

Come preannunciato, la Brexit ha mutato – tra le tante cose – la composizione del Parlamento europeo, il quale, a partire dal 1 febbraio, ha visto il ritorno a casa dei 73 parlamentari del Regno Unito. Di tali seggi, sono 27 sono stati ridistribuiti ad altri Paesi, divenuti in precedenza sotto-rappresentati a causa dei cambiamenti demografici.

I seggi rimanenti restano a disposizione per i futuri nuovi Stati membri, riducendo il totale provvisorio da 751 – tetto massimo previsto dai trattati – a 705.

L’Italia è tra i Paesi che guadagnano il maggior numero di nuovi eurodeputati, passando da 73 a 76 rappresentanti (+3, come i Paesi Bassi); con cinque nuovi rappresentanti cadauna, guidano la classifica la Francia (da 74 a 79) e la Spagna (da 54 a 59).

La fuoriuscita dei parlamentari del regno Unito ha inciso altresì sui rapporti di forza tra i vari gruppi politici europei: crescono unicamente il Partito popolare europeo, con 5 nuovi membri (ora a 187), e il gruppo Identità e democrazia, con 3 nuovi membri (ora a 76). In calo tutti gli altri gruppi: -11 per il gruppo Renew Europe (ora a 97), -7 per i Socialisti&Democratici (148) e per i Verdi (67); -4 per i Conservatori e Riformisti europei (62); stabile il gruppo della Sinistra europea (40). Si dimezzano i non affiliati, passati da 53 a 27.

Per approfondire: il comunicato del Parlamento europeo

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