Benefici duraturi dai cinque anni di allargamento dell’UE

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Gli ultimi allargamenti dell’UE, quelli del 2004 e del 2007 che hanno segnato l’estensione a 12 nuovi Stati membri, hanno generato benefici economici per entrambe le parti e per i cittadini di tutta l’UE, osserva la Commissione europea in una comunicazione sui «Cinque anni di UE allargata».
L’UE è oggi la più vasta area di integrazione economica nel mondo, rappresenta più del 30% del PIL mondiale e oltre il 17% del commercio mondiale. Il reddito pro capite nei nuovi Stati membri è aumentato, passando dal 40% della media dei vecchi Stati membri nel 1999 al 52% nel 2008, e la crescita è stata in media del 5,5% nel periodo 2004-2008, rispetto al 3,5% nel periodo 1999-2003. Tuttavia, sottolinea la Commissione, ciಠnon è avvenuto a spese dei vecchi Stati membri la cui crescita è stata di circa il 2,2% annuo nel periodo 2004-2008, con percentuali analoghe per il periodo 1999-2003. Inoltre, secondo la comunicazione dell’esecutivo europeo, l’allargamento ha anche accresciuto le opportunità   commerciali: nel 2007 circa l’80% delle esportazioni dei nuovi Stati membri sono state destinate al resto dell’UE, mentre i vecchi Stati membri hanno potuto accrescere le loro vendite nei nuovi Stati membri a circa il 7,5% del totale delle loro esportazioni nel 2007, dal 4% di un decennio prima.
Nei nuovi Stati membri è poi diminuita la disoccupazione, scendendo da livelli spesso molto elevati a livelli analoghi a quelli del resto dell’UE: circa il 7% nel 2007, mentre «le preoccupazioni espresse nei vecchi Stati membri su una migrazione massiccia di lavoratori si sono rivelate infondate» spiega la Commissione: nella maggior parte degli Stati membri ospitanti il numero di lavoratori migranti non ha superato l’1% della popolazione nazionale in età   lavorativa e ha consentito di colmare la mancanza di manodopera. Inoltre, la temporaneità   è stata una delle caratteristiche principali di questa migrazione: ad esempio, nel Regno Unito il 50% dei recenti migranti comunitari sono tornati nei rispettivi Paesi d’origine.
Infine, osserva la Commissione, se la crisi mondiale in corso sta creando difficoltà   a tutti i Paesi, anche europei, «un’UE grande e forte puಠaffrontare meglio questa e altre sfide rispetto a quanto potrebbero fare gli Stati membri da soli».

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1 COMMENTO

  1. Molto utile questa informazione. Si aveva la sensazione che con l’entrata di questi 12 stati, negli ultimi 5 anni l’economia dell’UE fosse in declino. Ed era facile incolpare gli altri di ciò. Se si continua così, forse l’Europa riuscirà , anche questa volta, ad avere la meglio di fronte a tutti gliimprevisti negativi che ci aspettano.

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