La Commissione europea ha da poco pubblicato una relazione sulla cittadinanza nell’Unione che rileva una consapevolezza senza precedenti. L’87% dei cittadini europei, una percentuale che non è mai stata così alta, è informato circa il proprio status di cittadino dell’Unione.
In particolare, i cittadini sono al corrente di molti dei diritti che si aggiungono a quelli conferiti dalla cittadinanza nazionale: soprattutto è apprezzata la libertà di circolazione che permette di vivere, lavorare e studiare in qualsiasi parte dell’UE. Meno noto, invece, è il diritto di ricevere assistenza consolare durante soggiorni in paesi che non sono membri dell’UE. E se su (quasi) tutti i diritti siamo ferrati, siamo un po’ meno preparati su quelle responsabilità in più che accompagnano la cittadinanza europea, come la partecipazione attiva alla vita democratica dell’UE. Per esempio, ci è poco familiare il diritto di votare e di candidarci alle elezioni del Parlamento europeo e a quelle comunali nel paese membro nel quale si soggiorna alle stesse condizioni dei cittadini di tale paese, oppure ancora il diritto di presentare una petizione al Parlamento europeo o di contattare direttamente le istituzioni e gli organi consultivi.
Per il triennio 2017-2019 la Commissione intende, dunque, mettere i cittadini nelle condizioni di conoscere meglio i propri diritti e di utilizzarli più facilmente, adottando misure concrete per semplificare sempre di più la partecipazione attiva (e la vita quotidiana) degli Europei. Gli altri obiettivi individuati dalla Commissione riguardano la promozione di politiche in grado di rafforzare la sicurezza dei cittadini europei, di pari passo con l’uguaglianza e la protezione dei cittadini contro le discriminazioni. Infine, si rafforza l’impulso alla condivisione dei valori comuni e della solidarietà e con il Corpo Europeo di Solidarietà, lanciato il 7 dicembre 2016, la Commissione si rivolge in particolare ai giovani.
