Rapporto su crisi e mobilità del lavoro

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La Fondazione per il miglioramento delle condizioni di vita e di lavoro (Eurofound, Fondazione di Dublino) ha pubblicato uno Studio sugli effetti che la crisi finanziaria, economica e sociale iniziata nel 2007 ha avuto sui mercati del lavoro di Italia, Francia, Svezia, Polonia, Spagna e Regno Unito.

Vengono analizzati flussi (passaggi dallo status di occupato a quello di inoccupato o di inattivo) e stock (redditi, retribuzioni e qualità dei posti di lavoro), con riferimento ai bienni 2006-7, 2009-10, 2012-13 fotografando così fasi diverse della dinamica regressiva in corso da un decennio.

Il mercato del lavoro ha registrato cambiamenti sia nei dati quantitativi, sia nei modelli di transizione tra le diverse condizioni (occupato, inoccupato, inattivo): accelerano alcuni processi di polarizzazione e precarizzazione e i lavori che si trovano a metà della piramide retributiva fanno registrare cali più forti di quelle che stanno agli estremi (le più pagate e le meno pagate), con importanti effetti sulla struttura sociale: inasprimento e diffusione delle diseguaglianze.

Svezia e Regno Unito presentano i mercati del lavoro più fluidi: si registrano importanti flussi non soltanto dalla condizione di occupato a quella di disoccupato, ma anche da elevati livelli di mobilità all’interno del mercato del lavoro, anche durante gli anni più duri della crisi. Gli autori del Rapporto collegano queste caratteristiche a «condizioni economiche genericamente migliori di quelle degli altri Paesi», segnalando che entrambi sono fuori dall’euro e che i loro tassi di occupazione si sono ripresi più rapidamente di quelli degli altri Paesi oggetto di indagine.

Polonia e Spagna si caratterizzano per un mercato del lavoro «duale»: i movimenti più frequenti sono tra la condizione di inoccupato e le occupazioni a basso reddito, mentre è scarsa la mobilità interna al mercato del lavoro.

Francia e Italia presentano, infine, mercati del lavoro molto rigidi, con poca mobilità professionale e con elevati rischi di perdita della propria condizione di “occupato”.

Fonte: Eurofound 
Approfondimento: Testo integrale del Rapporto 

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