Profughi, terza relazione su ricollocazione e reinsediamento adottata dalla Commissione.

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La terza relazione sui meccanismi di ricollocazione e di reinsediamento dei profughi adottata dalla Commissione europea evidenzia risultati largamente al di sotto delle aspettative rispetto ai target previsti nel settembre 2015 dalle decisioni vincolanti del Consiglio: soltanto 355 dei 20.000 profughi che erano l’obiettivo da raggiungere entro la metà del mese di maggio sono stati ricollocati, portando a 1.500 il numero totale di ricollocamenti da Grecia e Italia. L’obiettivo è fissato a 160.000 ricollocamenti entro settembre 2017. Il monitoraggio condotto evidenzia che anche il meccanismo di reinsediamento procede a rilento: dalla sua adozione del 20 luglio 2015 solo 6.321 rifugiati sono stati reinsediati su 22.504 inizialmente previsti. Nel quadro dell’accordo UE-Turchia il numero di reinsediamenti previsti in paesi UE fino a luglio 2016 è di circa 2.000 al mese, in conseguenza del meccanismo di scambio di un richiedente asilo siriano presente in territorio UE con un rifugiato siriano dalla Turchia.

Per meglio comprendere la questione va fatta una precisazione terminologica: per ricollocazioni si intendono i trasferimenti verso altri stati UE di individui che si trovano sul territorio di uno stato membro, indipendentemente dal loro status giuridico (richiedenti asilo oppure già titolari di qualche forma di protezione internazionale), mentre i reinsediamenti sono i trasferimenti da stati terzi verso stati membri di individui già riconosciuti bisognosi di protezione. In questo quadro stati come Bulgaria, Estonia, Repubblica Ceca continuano a rifiutare le richieste di ricollocazione, così come di fatto fa la Polonia.

La relazione prevede inoltre un relativo aumento di arrivi in Italia e Grecia nel periodo estivo, e rileva alcune urgenze da risolvere per affrontare il fenomeno. Per l’Italia si rende ad esempio necessario ripristinare l’effettiva funzionalità degli hotspot e predisporne di “mobili”. In questo quadro il Commissario UE per la migrazione Dimitri Avramopoulos conclude che “non possiamo considerarci soddisfatti dei risultati ottenuti finora. Occorre fare di più, e velocemente. Dobbiamo reagire velocemente all’urgente situazione umanitaria in Grecia e impedire qualsiasi deterioramento della situazione in Italia. Dobbiamo mettere in atto la pianificazione prevista per le future ricollocazioni. Sollecito quindi gli Stati membri ad essere pronti a intervenire”.

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