Prima Malta poi l’Estonia: l’Europa ha bisogno della saggezza dei più piccoli

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È contenuto in un documento di otto pagine e articolato in sei capitoli il programma della presidenza dell’Unione Europea per il primo semestre 2017.

In questo volgere di anno complicato, che ha alle spalle la Brexit, le ondate populiste e il risorgere dei muri e davanti elezioni importanti e dall’esito non scontato, il testimone passa dalla Repubblica Slovacca al piccolo Stato insulare di Malta, coetaneo del suo predecessore quanto a permanenza nell’Ue, ma senza dubbio portatore di una sensibilità diversa su quelli che sono i temi caldi dell’Europa di oggi.

Toccherà poi all’Estonia, altro Paese piccolo e giovane quanto a storia e presenza nell’Ue, prendere a sua volta il testimone da Malta a farsi carico di un turno di presidenza che è conseguenza diretta della Brexit (se il referendum fosse andato diversamente sarebbe toccato a Londra).

Colpisce, nel documento del governo maltese sia la scelta stilistica di sintesi estrema sia la declinazione dei temi con l’enunciazione per ciascuno di essi di di «obiettivi stabiliti» .

Al primo posto Malta colloca il tema delle migrazioni, essendo come tutti i Paesi del sud maggiormente esposto e al tempo stesso sensibile alle questioni dell’accoglienza, dell’integrazione e del sostegno ai richiedenti asilo. Gli obiettivi enunciati di questo capitolo sono: il rafforzamento del sistema comune di asilo (con la trasformazione dell’EASO in agenzia europea), la revisione del regolamento di Dublino, la vigilanza sull’applicazione dei piani di ricollocazione e reinsediamento, l’impegno specifico per investimenti sostenibili nei Paesi di origine.

Anche se trattato come penultimo punto del programma, vale la pena di fare qui un cenno agli obiettivi stabiliti per quanto riguarda la politica di vicinato con Libia, Tunisia e Siria destinatarie di rilevanti impegni e di grande attenzione, pur senza dimenticare il partenariato orientale e il sostegno all’Ucraina.

In tema di mercato unico gli obiettivi stabiliti riguardano la fine del roaming, il miglioramento delle regole e della parità di condizioni di accesso al commercio elettronico, il sostegno alle piccole e medie imprese e al loro accesso al mercato, l’investimento sulla crescita e l’occupazione e le questioni della sostenibilità e della sicurezza energetica.

Altro tema caldo per l’attualità europea è sicuramente quello della sicurezza: gli impegni riguarderanno la lotta al terrorismo, il controllo delle frontiere esterne, la lotta ai reati finanziari e i maggior coordinamento in tema di polizia e giustizia.

Il governo maltese «tiene molto» si legge nel programma alla politica sociale, ambito in cui auspica di «far valere la propria esperienza lavorando in stretta collaborazione con i partner sociali e la società civile». Miglioramento della parità di genere, prevenzione della violenza di genere (anche intensificando lo scambio di informazioni e buone pratiche) e particolare attenzione alla situazione delle persone LGTB, con l’organizzazione di una specifica conferenza sul tema gli obiettivi stabiliti. Colpisce qui l’assenza di riferimenti ai temi più attuali come i processi di impoverimento, le politiche di Welfare e la precarizzazione del lavoro.

Non poteva mancare nel programma di lavoro di uno Stato formato da quattro isole il tema della politica marittima, laddove sono individuate come priorità la governance e la sostenibilità degli oceani e il varo di un’iniziativa specifica (prevista per il 2017) sulla sicurezza del Mediterraneo.

Sito della presidenza maltese dell’Ue 

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