Online più tutele per i cittadini europei: nuova direttiva sulla ePrivacy

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La Commissione europea ha proposto alcune misure mirate a rafforzare le norme che riguardano il trattamento dei dati personali che transitano nella rete sia per quanto riguarda i cittadini che le imprese.

Considerata la rapida evoluzione che coinvolge il mondo delle comunicazioni digitali, la direttiva risalente al 2002 e aggiornata nel 2009 deve essere rivista al più presto al fine di risultare efficace e attuale.

Essa rappresenta un pilastro portante ma delicato nel contesto della strategia di sviluppo del mercato unico digitale, in un momento in cui è necessario investire sulla sicurezza e sulla fiducia dei cittadini di fronte all’utilizzo di nuove tecnologie insaziabili di dati personali.

Secondo lo studio condotto dall’Eurobarometro rilasciato a fine dicembre 2016, il 92% dei cittadini comunitari ritiene importante proteggere la riservatezza dei messaggi scambiati online. Nessuno deve essere in grado di accedere alle informazioni presenti sui dispositivi personali senza richiederne l’autorizzazione, inoltre la maggior parte degli intervistati pensa erroneamente che le conversazioni effettuate on line (Skype, VoIP, Google Talk) e i messaggi (WhatsApp, Facebook Messenger) siano strettamente confidenziali.

Ad oggi l’attuale direttiva ePrivacy si applica solo agli operatori tradizionali, le nuove norme proposte verranno applicate invece a tutti gli operatori che forniscono servizi online come quelli elencati precedentemente facendo quindi tremare anche molte aziende che basano il loro business su questi dati.

Un livello maggiore di riservatezza sarà applicato sia al contenuto sia alle informazioni che permettono di interpretarlo (I cosidetti metadati: informazioni ad esempio come il luogo e la data della chiamata). Se non necessari e autorizzati essi verranno eliminati o anonimizzati.

E’ previsto una semplificazione delle norme relative all’utilizzo dei cookie (pezzi di informazioni memorizzati sul browser utili a riconoscere l’utente) e una protezione più rigorosa contro lo spam e le informazioni indesiderate indipendentemente dallo strumento utilizzato (mail, sms e alter forme di comunicazione). Si alzano infatti le proteste di alcuni importanti gruppi come EACA (European Association of Communications Agencies) IAB (Interactive Advertising Bureau, la più importante Associazione nel campo della pubblicità digitale a livello europeo) che intravedono delle conseguenze negative nei loro modelli di business poichè la revisione sull’utilizzo dei cookie impedirebbe, ad esempio, la pubblicità targetizzata.

Il rispetto della nuova direttiva sarà a carico delle autorità nazionali per la protezione dei dati e questo dovrebbe garantire una maggiore efficacia.

Secondo la Commissione, grazie alle nuove modalità di scambio dei dati verranno agevolati gli scambi commerciali e promossa una cooperazione migliore tra le autorità di contrasto. A breve sono previste discussioni con I maggiori interlocutori sul versante asiatico e dell’America Latina.

La Commissione ha invitato il Parlamento e il Consiglio a concentrarsi su questa proposta per garantire l’adozione di questo nuovo quadro giuridico entro il 25 maggio 2018.

 

Scheda a cura di Maria Claudia Bodino

@MMariaClaudiaA

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